Ur
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Ur (Urim, lingua sumera) [1] fu un'antica città della bassa Mesopotamia, situata vicino all’originale foce del Tigri e dell'Eufrate, sul golfo Persico. A causa dell'accumulo di detriti, oggi le sue rovine si trovano nell'entroterra, nel moderno Iraq, 15 chilometri a oriente dell’attuale corso dell’Eufrate vicino alla città di Nassiria a sud di Baghdad. Oggi è chiamata Tell el-Mukayyar [2].
Nel cimitero di Ur, tra le 1850 tombe scoperte, 16 si sono distinte per la ricchezza di corredi come vasellame, armi, ornamenti d’oro, strumenti musicali incrostati di pietre preziose.
Nel sito spiccano le rovine di una imponente ziggurat (alta 21 metri), ancora in gran parte intatta. La ziggurat era un tempio dedicato a Nanna, la divinità della luna nella mitologia sumera, e fu costruita in mattoni, in due fasi: nella parte bassa i mattoni furono uniti insieme al bitume, nella parte superiore erano uniti con della malta. Ur, nel suo momento di massimo splendore, poteva raggiungere una popolazione di circa 30.000 abitanti. Secondo un’altra stima, Ur fu la più grande città del mondo dal 2030 a.C. al 1980 a.C. con una popolazione di circa 65.000 abitanti [3].
Indice |
Storia
Ur fu uno dei primi insediamenti abitati della bassa Mesopotamia durante la civiltà di Ubaid, intorno al 4000 a.C. Gli studiosi ipotizzano che, quando il clima nella prima parte del terzo millennio a.C. mutò da relativamente umido a secco, le piccole comunità di villaggi di agricoltori della cultura di Ubaid, si aggregarono in un insediamento più grande, per l’esigenza di costruire imponenti canali di irrigazione al fine di sopravvivere ai periodi di forte siccità. Ur si trasformò quindi in una vera e propria città e attorno al 2600 a.C., durante l’Antica Dinastia sumerica III, la città era ancora molto fiorente. Ur con il passare del tempo divenne il principale centro di culto della dea Inanna.
Dopo la fase di ubaid si riscontra uno strato di fango alluvionale, che l’archeologo Woolley interpretò come la prova di un’alluvione locale all'origine del mito del diluvio sumerico ripreso in seguito dalla Bibbia, poi una fase in cui la città fu sotto l’egemonia di Uruk, e infine la fase di Gemdet-Nasr nella quale furono elevati alcuni edifici, come una ziggurat e delle tombe.
La posizione di Ur era molto favorevole in quanto nell'antichità l'Eufrate scorreva nei pressi delle mura della città; grazie al controllo di questa importante via di comunicazione, che collegava la regione al mare, Ur raggiunse un notevole sviluppo commerciale. È noto che la città commerciava via mare e via terra con l’Arabia.
In questo periodo vennero costruite molte belle tombe, compresa quella della regina Puabi. In questi sacrari sono stati ritrovati alcuni manufatti che accennano ai nomi dei re Meskalamdug e Akalamdug. Dopo la fase di Gemdet-Nasr, i re di Ur divennero infatti gli effettivi governanti di Sumer, durante la Prima dinastia di Ur (2550-2340 a.C.) stabilita dal re Mesannepada (o Mesanepada, Mes-Anni-Padda), il cui nome appare sulla lista dei re, oltre ad essere menzionato come figlio di Meskalamdug su un manufatto ritrovato.
Durante questa dinastia, forse proprio a opera di Mesennepada, fu costruita una ziggurat che verrà poi incorporata in quella della terza dinastia.
Nella fase conclusiva della Prima dinastia, Ur perse importanza e prestigio a favore di Lagash e infine la Prima dinastia si concluse con l’attacco degli Accadi guidati dal re Sargon, intorno al 2340 a.C.
Della Seconda dinastia che seguì si conosce assai poco, in quanto la città era in piena decadenza.
La terza dinastia fu stabilita quando il re Ur-Nammu (o Urnammu) salì al potere, regnando dal 2112 al 2094 a.C. Durante il suo regno furono costruiti mura, templi, inclusa la nuova ziggurat basata sulle fondamenta di quella della Prima dinastia, e fu migliorata l’agricoltura attraverso l’uso di impianti di irrigazione. Il suo codice di leggi (un frammento è stato identificato a Istanbul nel 1952) è uno dei più vecchi documenti conosciuti, anteriore anche al codice di Hammurabi. Lui e il suo successore, il figlio Shulgi, furono entrambi deificati durante i loro regni e, dopo la morte, Urnammu continuò a sopravvivere come figura leggendaria: una delle opere della letteratura sumerica giunte fino a noi ci descrive la morte di Ur-Nammu e il suo viaggio negli inferi (Viaggio di Urnammu agli inferi).
La terza dinastia cadde nel 1950 a.C. quando gli Elamiti catturarono il re Ibbi-Sin e distrussero la città; il Lamento per Ur commemora questo evento. Successivamente la città venne catturata dai Babilonesi.
Sotto i re di Isin e di Larsa (2000-1800 a.C.) la città fu restaurata. Di questo periodo i resti più significativi sono le case private, che ci danno un ritratto fedele della vita della città fra il III e il II millennio a.C. Le case avevano l’aspetto di odierne ville, per lo più con due piani per un totale di 13 o 14 stanze. Il piano inferiore costituito solidamente da mattoni cotti, quello superiore di quadroni di argilla; le pareti erano lisce, intonacate ed imbiancate. L'entrata era succeduta da un piccolo atrio dove erano situate vasche per lavarsi mani e piedi. Da lì si entrava nell'ampio e luminoso cortile interno pavimentato con bellissime lastre. Intorno al cortile erano distribuite la sala da ricevimento, la cucina, le stanze d'abitazione e della servitù, la cappella di culto. Una scalinata portava al piano superiore dove erano situate le stanze da letto e i bagni. Tra le mura delle case sono venuti alla luce tutti gli arredamenti e la dotazione di ciascuna residenza patrizia sumera: frammenti di pentole, vasi, anfore e tavolette d'argilla piene di iscrizioni.
La penultima fase di costruzione avvenne sotto re cassiti, attorno al 1400 a.C.. Di questo periodo si ricorda Kurigalzu II che ricostruì il grande cortile del santuario di Nannar e il santuario di Ninga.
Nel VI secolo a.C. ad Ur ci fu l’ultima ricostruzione edilizia sotto il re Nabucodonosor II di Babilonia. L’ultimo re babilonese, Nabonido, restaurò la ziggurat di Nanna.
Attorno al 550 a.C., con la caduta dell’impero babilonese ad opera dei Persiani, la città iniziò il suo declino ed essa non venne più abitata dal 500 a.C., probabilmente causa della sempre maggiore siccità, del cambiamento del corso del fiume Eufrate e dell’interramento del golfo Persico.
Ur biblica
Ur è considerata da molti come la città di Ur Kasdim che viene nominata più volte nel libro della Genesi come il luogo di nascita del patriarca Abramo. Questa identificazione, tuttavia, non è accettata da tutti.
Ur è nominata quattro volte nel Tanakh o Vecchio Testamento, con la distinzione “di Kasdim/Kasdin” - reso tradizionalmente in italiano come “Ur dei Caldei” riferendosi alla popolazione dei Caldei che si erano stanziati li vicino già intorno al 900 a.C. Nella Genesi, il nome appare in Gen 11,28, in Gen 11,31 ed in Gen 15,7. Nel Libro di Neemia (Nee 9,7) il singolo passaggio che accenna ad Ur è una parafrasi della Genesi.
Nel libro dei Giubilei si afferma che Ur è stata fondata nel 1687 Anno Mundi dal figlio di Ur di Kesed, probabile discendente di Arphaxad, inoltre si afferma che durante quello stesso anno iniziarono le guerre sulla Terra. E Ur, figlio di Kesed, costruì Era, (dalle parti) dei Caldei e la chiamò col nome proprio e col nome di suo padre (Libro dei Giubilei 11,3).
Le teorie di Zecharia Sitchin
Secondo Zecharia Sitchin Ur era la città di Nanna e fu distrutta da un disastro nucleare (Grande Calamità) durante la Terza dinastia di Ur (dei sovrani di Sumer ed Agade). Nel 1922, vicino a Ur, l'archeologo Sir Woolley rinvenne numerose statuette, appartenenti alla cultura Ubaid, discendente da quella Samarra. Presentavano strane teste definite del tipo "a lucertola" risalenti oltre il 5500 a.C., quando la cultura Ubaid discese dai monti Zagros. Cranio allungato, con grandi occhi obliqui, alte acconciature, con i caratteri sessuali ben marcati nei particolari sia maschili che femminili (vedi Anunnaki).
Archeologia
Nella prima metà del XVIII secolo, il luogo fu visitato da Pietro della Valle, che registrò la presenza di mattoni antichi timbrati con simboli sconosciuti, cementati insieme a bitume, così come parti di marmo nero incise.
Il primo scavo fu eseguito dal console britannico J.E. Taylor, che riportò alla luce una parte della ziggurat. Furono ritrovati cilindri di terracotta recanti iscrizioni in caratteri cuneiformi ai quattro angoli sulla sommità della ziggurat. Le iscrizioni appartenevano a Nabonido, l'ultimo re di Babilonia (539 a.C.), le quali si concludevano con una preghiera per il suo figlio Belshar-uzur (Bel-ŝarra-Uzur), il Baldassarre del libro di Daniele. Furono trovate tracce di una antecedente restaurazione ad opera di Ishme-Dagan di Isin, di Gimil-Sin di Ur e di Kuri-galzu, un re cassito di Babilonia del quattordicesimo secolo a.C.. Taylor fece ulteriori scavi e in tutta la città trovò abbondanti resti di sepolture di epoca posteriore. Apparentemente, negli ultimi tempi Ur si era trasformata in un luogo di sepoltura, e quindi la città, anche dopo il suo abbandono, continuò ad essere usata come necropoli.
La prima campagna di scavi vera e propria ebbe luogo nel 1919 e fu diretta da H. R. Hall; in seguito, dal 1922, una missione comune del British Museum e dell'università di Pennsylvania, diretta da L. Woolley, vi scavò per dodici anni consecutivi. Furono scoperte un totale di circa 1.850 sepolture, comprese sedici che furono descritte come “tombe reali” in quanto non solo contenevano un gran numero di importanti manufatti, ma anche a causa del diverso rituale di sepoltura nel quale intervenivano sacrifici umani. Infatti, per scortare il re o la regina nell'aldilà, era immolati, più o meno volontariamente, cortigiani, domestici, guardie e musicisti di corte. La maggior parte delle tombe reali erano datate al 2600 a.C. circa. I ritrovamenti includevano anche la tomba intatta della regina Puabi. Ben diciassette vittime umane, tra cui dieci dame della corte con addosso bellissimi ornamenti d'oro, di lapislazzuli e di corniola furono sepolte insieme a lei. Anche in molte altre tombe sono state scoperte vittime umane e stupendi manufatti, come lo Stendardo di Ur.
Vicino allo ziggurat di Nanna furono inoltre scoperti il tempio di E-nun-mah e le costruzioni di E-dub-lal-mah (eretto per un re), E-gi-par (residenza del sommo sacerdote) e E-hur-sag (una costruzione tempiale). Fuori dalla zona del templi, furono ritrovate molte case usate nella vita di tutti. Gli scavi, inoltre, si spinsero sotto lo strato reale delle tombe portando alla luce uno strato spesso 3,5 metri di argilla alluvionale e altri strati più antichi come quelli del periodo di Ubaid, nella quale si formarono i primi insediamenti nella Mesopotamia del sud. Woolley successivamente scrisse molto articoli e libri sulle sue scoperte. La maggior parte dei tesori dissotterrati ad Ur si trovano ora al British Museum e all’University of Pennsylvania Museum of Archaeology and Anthropology.
Di Ur è il più antico reperto completo di un gioco da tavolo che sia mai stato scoperto ossia il gioco reale di Ur.
Accesso ai turisti
Non c’è un villaggio moderno nelle vicinanze di Ur, e causa di ciò non ha mai ricevuto molti visitatori, anche se il sito è stato reso accessibile. Durante il regime di Saddam Hussein fu costruita una base militare adiacente al sito, il quale divenne inaccessibile per qualsiasi viaggiatore. All'inizio degli anni novanta fu consentito a una manciata di viaggiatori di fare un giro del luogo, scortati dai soldati, ma non fu loro permesso arrampicarsi sulla ziggurat a causa della possibilità di osservare la vicina base militare. Subito dopo questa episodio, l'invasione irachena del Kuwait rese impossibile ulteriori visite e vi fu grande preoccupazione per la prossimità della base militare al sito archeologico. Preoccupazioni che si sono ridestate quando l’Iraq è stato invaso nel 2003 dalle forze di coalizione guidate dagli Stati Uniti per abbattere il regime di Saddam Hussein.
La ziqqurat di Ur
La prima ziqqurat di Ur fu costruita nel 2550 a.C. durante la prima dinastia, poi fu distrutta dagli Accadi. Il re Ur-Nammu della 3° dinastia più o meno nel 2100 a.C. fece costruire una nuova ziqqurat sulle fondamenta di quella precedente. La ziqqurat era in onore del dio della luna Nanna (o Nannar)e alla sua paredra Ningal. Intorno ad essa si trovava un recinto sacro in cui c’erano un piccolo tempio-tesoriera, un palazzo e la casa della sacerdotessa. La base della ziqqurat misura 62,5 x 43m2 e l’altezza quasi 21 m. Come le altre ziqqurat è una piramide a gradoni; L’altezza dei piani diminuisce progressivamente, il più basso è di 12 m, il mediano di 5, il più in alto di 3. Le pareti, invece di alzarsi verticalmente, si inclinano molto verso l’interno, suggerendo l’idea del moto ascensionale. Per creare un armonioso legame tra i piani tre scalinate, ognuna di 100 gradini convergono sotto una torre di guardia a forma di cupola. Le scalinate laterali erano riservate ai civili, mentre la scala centrale poteva essere percorsa solo dai sacerdoti. Le pareti sono leggermente curvate per evitare l’effetto ottico che esse si pieghino verso l’interno. Il tempio di Nanna si trovava in cima. Il materiale con cui è stata costruita è il mattone.
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Note
1^ S. M. Kramer, The Sumerians, Their History, Culture, and Character, University of Chicago Press, 1963, pagine 28 e 298
2^ Tell el-Mukayyar – nella lingua araba Tell significa "collinetta" and Mukayyar significa "costruzione di bitume". Mukayyar viene anche scritto come Mugheir, Mughair, Moghair, Muqayyar ecc.
3^ http://geography.about.com/library/weekly/aa011201a.htm