Missione Apollo 20
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Versione delle 13:42, 26 nov 2013
Argomento portante del filmato sarebbe una fantomatica missione Apollo 20 che sarebbe giunta sul nostro satellite il 16 Agosto 1976. Sua destinazione era il cratere Izsak D, a sud-ovest del cratere Delporte. Pur se ci trovavamo in totale guerra fredda la missione sarebbe stata congiunta americana-sovietica, dato già quantomeno anomalo visto che proprio in questo periodo si raggiunse un acme quasi paranoico del silente conflitto tra le due superpotenze. Si è detto che l'importanza della missione potrebbe aver favorito un momentaneo e settoriale disgelo nei rapporti tra i due paesi , dato che rimane comunque una semplice speculazione per la sua totale assenza di prove.
Il nostro causticismo non è dettanto da una forma di scetticismo preconfezionata tipica di altri approcci a questi fenomeni quanto a una oculata circospezione dettata dalla eventuale importanza del filmato stesso. Come vedremo successivamente è possibile trovare non pochi riscontri alla veridicità del filmato, prime tra tutte le foto originali NASA che presentano lo stesso oggetto come ci viene rappresentato nel filmato incriminato. Tali foto riportano poi il codice classificativo che le riconduce all'inventariazione della stessa NASA, elemento comprovante una loro certa origine genuina. Da questo punto ovviamente si può discutere sulla reale natura dell'oggetto filmato, anche se per ora le prove a sostegno sembrerebbero indicarlo come un oggetto di origine artificiale.
Da quanto è stato possibile apprendere dalla fonte originale la squadra composta per questa missione sarebbe stata composta dall’astronauta William Rutledge (rampollo della dinastia di banchieri mondiali Rutledge, ricopriva nella missione il ruolo di CDR della Bell Lab – ingegnere elettronico specialista in sistemi tecnologici avanzati e software per traduzioni lingue), da Leona Snyder, scienziata-antropologa della Bell Lab (specializzata in genesi delle capacità linguistiche, aree cerebrali e specializzazioni funzionali, tecnologie e forme dell’intelletto, categorie cognitive e codici della comunicazione) e infine dal cosmonauta sovietico Alexei Leonov, noto negli ambienti NASA per le sue numerose missioni spaziali Vosjod 2, Salyut 1 e 4, Soyuz 11 e con “Apollo19-Soyuz” avvenuta un anno prima. Leonov è stato inoltre direttore della “Yuri Gagarin Cosmonaut Training Center”, nonché consulente del film “2001 Odissea nello Spazio”. Per stessa ammissione della cosmonauta russa Marina Popovich le foto riprese da una sonda nei pressi di Phobos, satellite di Marte, che evidenzierebbero un oggetto sigariforme lungo diversi chilometri le sarebbero state fornite proprio da Leonov.
William Rutledge, il divulgatore del filmato, ha avuto modo di precisare alcuni punti inerenti questa missione segreta. L'Apollo 20 avrebbe assommato oltre che ai normali compiti di studio anche altri finalizzati al recupero di prove inerenti tracce intelligenti sul nostro satellite. Il tutto sarebbe stato scadenzato in due parte, la prima che avrebbe riguardato una supposta "città aliena" sulla Luna, la seconda finalizzata proprio all'artefatto identificato come astronave.
Durante le fasi di sorvolo, avvicinamento e recupero, gli astronauti avrebbero asportarono dalla nave aliena oggetti tecnici, equipaggiamento, apparecchiature nonché un corpo alieno. I piloti di tale velivolo sarebbero stati due, ma dato che c’erano problemi di spazio all’interno dell’Apollo-Soyuz, gli astronauti riportarono sulla Terra solo un corpo. Da quanto è stato aggiunto successivamente l’età alla quale dovrebbero risalire i presunti reperti alieni sarebbe stata valutata in 1.5 miliardi di anni. Una cifra davvero spaventosa. Questo, soprattutto in ragione del fatto che l’astronave e la città erano stati sottoposti a bombardamento di meteore. Quindi la datazione sarebbe stata eseguita in base agli effetti della polvere meteorica sull’astronave stessa, sulle colline dei crateri e sulla città. Infine, si ipotizza che che la nave aliena sia stata già esplorata prima della spedizione Apollo 20-Soyuz.
Le informazioni fornite da William Rutledge, oggi 76ienne e residente in Africa, sono quantomeno incredibili. Non si possono negare ipotesi di debunking (verità frammiste a menzogne) come anche a sensazionalismi innescati ad arte per non ben precisati fini. Tutto ciò che costituisce il panorama di informazioni attinenti a questo oggetto non possiede prove o verifiche dirette di nessun tipo. Unico dato incontrovertibile è la presenza sul suolo lunare di un oggetto di chiara matrice artificiale e non di origine terrestre. Solo questo può essere considerato oggi l'unico elemento valido dietro a questa curiosa scoperta, fino a quando altre prove non ci permetteranno di comprendere ulteriormente l'origine o la natura dell'oggetto misterioso le analisi che possono essere compiute non possono che limitarsi ad una osservazione attenta di un presunto artefatto alieno presente sul suolo lunare.