Melchisedec
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Melchisedec (Melchizedek o Malki-tzédek מַלְכִּי־צֶדֶק / מַלְכִּי־צָדֶק "Il mio Re è giusto", Ebraico Standard Malki-ẓédeq / Malki-ẓádeq, Ebraico tiberiense Malkî-ṣéḏeq / Malkî-ṣāḏeq), a volte scritto Malchizedek, Melchisedech, Melchisedek, Melchisedeq o Melkisedek, è una figura emblematica e misteriosa nell'Antico testamento, della Tanakh o Bibbia ebraica, e del Corano.
Nella Bibbia è identificato come re del regno di Salem (che si ritiene fosse l'antica Gerusalemme) e come Sacerdote dell'altissimo Dio; secondo l'esegesi ebraica si tratta di Shem, figlio di Noè.
Il sacerdozio di Melchisedek è uno dei più alti gradi del Sacerdozio tra i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, o mormoni.
Indice |
Melchisedech nelle sacre scritture
Melchisedec nell’Antico Testamento
La figura appare nel libro della Genesi Template:Passo biblico
17 Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sodoma gli uscì incontro nella Valle di Save, cioè la Valle del re. 18 Intanto Melchisedec, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo 19 e benedisse Abramo con queste parole: Sia benedetto Abramo dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, 20 e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici". Abramo gli diede la decima di tutto.
Abramo lo rispettava come suo superiore.
Melchisedec non apparteneva al popolo ebraico.
È significativo che Melchisedec offra pane e vino al Signore, come fece Gesù nell’ultima cena istituendo l’eucaristia secondo i Vangeli. Melchisedec assunse un posto primario nel pensiero monoteistico e cristiano: egli è l’archetipo (figura) che precede Gesù Cristo, nelle sue funzioni di sacerdote (Gesù Cristo viene definito nella lettera agli Ebrei "Sacerdote in eterno dell'Ordine di Melchisedek") e anche per indicare la seconda venuta del Signore Cristo che ritorna come Re dei re, cioè Re in eterno secondo l'ordine di Meclhisedec.
Il secondo punto in cui si parla di Melchisedec nell’Antico Testamento è nel Salmo 110, in cui si prefigura la venuta di una figura messianica destinata ad esercitare il giudizio di Dio, che sarà sacerdote eterno in modo analogo a Melchisedec.
Oracolo del Signore al mio Signore: «Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: «Domina in mezzo ai tuoi nemici. A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato». Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedec ». Il Signore è alla tua destra, annienterà i re nel giorno della sua ira. Giudicherà i popoli: in mezzo a cadaveri ne stritolerà la testa su vasta terra. Lungo il cammino si disseta al torrente e solleva alta la testa. Salmo 109
L’evidenza storica dell’Antico Testamento evidenzia due brani in cui si definisce Melchisedec
Nel primo Melchisedec è un re e un sacerdote, una figura comunque umana. Nel secondo passo Melchisedec è un Sacerdote eterno.
Melchisedec è ricordato nel canone della Messa durante l'Anamnesi come preghiera per accettare il sacrificio, come quelli di Abele e Abramo.
"Volgi sulla nostra offerta
il tuo sguardo sereno e benigno,
come hai voluto accettare i doni di Abele, il giusto,
il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede,
e l'oblazione pura e santa di Melchisedech,
tuo sommo sacerdote."
Melchisedec nei Vangeli
Non vi sono riferimenti diretti a Melchisedec nel nuovo testamento, ma esiste un riferimento indiretto: Gesù cita in Matteo Template:Passo biblico il Salmo 109, uno dei rarissimi passi dell’Antico Testamento in cui si parla di Melchisedec e fornisce la sua interpretazione delle qualità fondamentali che deve possedere il Messia (sottintendendo che queste qualità si applicano a sé stesso): Gesù nell'ultima Cena-Mc.I4,22,spezza il pane e mesce il vino alla maniera di Melchisedech,,Genesi,IV,I8;seguendo il Salmo CIX,4: Il Signore ha giurato - e non si pentirà : Tu sei Sacerdote in eterno - secondo l'ordine di Melchisedec. manifestando interiormente ,con l'Eucaristia,il sacrificio del sacerdote levitico.Subito dopo,Gesù si unisce agli Apostoli intonando la prima parte dell'Hallel della Pasqua ebraica,Salmi CXII - CXII, e in fine dell'agape con la seconda parte dei Salmi CXIV-CXVII.==note==P.Marco Sales o.p. Il Nuovo Testamento,Torino,I944,v.I..
Melchisedec nelle Lettere del Nuovo Testamento
Nella lettera agli Ebrei si afferma che Gesù è un Sacerdote eterno alla maniera di Melchisedec, ma Gesù non coincide con l’antico sacerdote ritornato sulla terra.
Ebrei Template:Passo biblico – Questo Melchisedec infatti, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse; a lui Abramo diede la decima di ogni cosa; anzitutto il suo nome tradotto significa re di giustizia; è inoltre anche re di Salem, cioè re di pace. Egli è senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote in eterno. Considerate pertanto quanto sia grande costui, al quale Abramo, il patriarca, diede la decima del suo bottino.
Ebrei Template:Passo biblico – È noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda e di questa tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. Ciò risulta ancor più evidente dal momento che, a somiglianza di Melchisedec, sorge un altro sacerdote, che non è diventato tale per ragione di una prescrizione carnale, ma per la potenza di una vita indefettibile. Gli è resa infatti questa testimonianza: Tu sei sacerdote in eterno alla maniera di Melchisedec.
Ebrei Template:Passo biblico– Per questo, Gesù è diventato garante di un’alleanza migliore. Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo; egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta
Significato del nome
Melchisedec, ovvero Malkî-tzèdeq, secondo l'ebraico del testo masoretico di Genesi 14, 18, può significare:
- "Il mio re è Giustizia", infatti mèlekh (MLK),"re", con il suffisso possessivo di prima persona -î (Y) diventa malkî e significa "mio re", mentre tzèdeq (TzDQ) vuol dire "giustizia" e la copula è omessa (cfr. Brown-Driver-Briggs, p. 575; Ricciotti, Storia d'Israele I, 130);
- "Re di giustizia" (come il sanscrito dharmarâja), se si interpreta la -î non come suffisso possessivo bensì come littera compaginis (cfr. Joüon, 93m; Scerbo 56).
- Zorell non dà il significato, ed i filologi sono incerti
- Parecchi interpretano tzèdeq come il nome di una divinità (p. es. Brown-Driver-Briggs: "my king is Tzedeq"; Testa, Genesi, p. 179: "re cananeo, protetto dal dio Tzèdeq"); e Tzèdeq è in ebraico anche il pianeta Giove (cfr. per es. il Séfer Yetzirà IV, 6ss. [Toaff] o 43ss. [Busi-Loewenthal]).
- Recentemente si è evinto che dato che la vocalizzazione massoretica del testo biblico è del VII sec. d. C., questa non risulta essere vincolante. La parola MLKY-TzDQ potrebbe anche essere letta malkî-tzàdaq, "il mio re fu giusto", laddove si leggesse tzàdaq invece di tzèdeq, ovvero mèlekh yitzdàq,, "il Re sarà giusto", se si interpreta il nome come composizione di mèlekh, "re", e yitzdàq, "sarà giusto" (MLK-YTzDQ).
- Un suo anagramma - ottenuto spostando la yod - darebbe poi "mikhal tzèdeq", MYKL TzDQ, "serbatoio/ruscello (termine di difficile interpretazione) di giustizia".
- Un altro anagramma darebbe "Mèlekh tzaddìq", MLK TzDYQ, che vuol dire "re giusto". Ciò, se non ha significato da un punto di vista filologico, può però averlo da un punto di vista cabalistico, in quanto mostra il Giusto implicito, celato nella Giustizia, ovvero la nona sefirà, Yesòd, il Fondamento, celata nella decima, Malkhùth, il Regno. Infatti Tzaddìq, Giusto, è un altro nome per Yesòd, e Tzèdeq, Giustizia, un altro per Malkhùth.
Questo ci può portare a vedere in Melchisedec una sorta di guardiano della soglia, o di traghettatore verso il mare interno dell'anima, o di perno, di "polo" spirituale del mondo.
Manoscritti del Mar Morto
Uno dei manoscritti non biblici di Qumran, in specifico il manoscritto 11Q13/11QMelch rinvenuto nella grotta 11 di Qumran presso il Mar Morto è stato datato paleograficamente tra la fine del II sec. a.C. e l’inizio del I secolo a.C. Esso è composto di tredici frammenti dai quali si sono ricavate due colonne. La colonna 2 è preservata molto bene, la colonna 3 è ricostruita solo con alcune parole. 11Q13 può essere riguardato come una sorta di targum, uno scritto che in ebraico significa letteralmente "interpretazione", una parafrasi dei passi biblici che serve a spiegare e a interpretare i brani delle sacre scritture. È stato tradotto in italiano da parte di Florentino Garcia Martinez e studiato di recente nella monografia di Franco Manzi, Melchisedek e l’angelologia nell’Epistola agli Ebrei e a Qumran (= Analecta Biblica 136), Roma, Editrice Pontificio Istituto Biblico, 1997, 433 pp.
Il papiro è intitolato "Melchisedec e il giudizio finale". In tale testo si definisce Melchisedec come una Entità Celeste e come Messia.
Melchisedec nell'Esoterismo
Alice Bailey nelle sue opere esoteriche, da lei indicate come ispirate dal Maestro Djwal Khul detto "il Tibetano", asserisce che Melchisedec è uno dei nomi o appellativi con i quali ci si riferisce (soprattutto nell'Antico Testamento) a Sanat Kumara, colui che presiede la comunità di Shamballa, la quale sopraintende spiritualmente al percorso evolutivo dell'umanità terrestre.[1] Nello stesso scritto Melchisedec è anche detto il Signore del Mondo e l’Antico dei Giorni. Sanat Kumara è il maestro asceso degli Umani di Orione, ed il Logos spirituale della Terra, che lavora congiuntamente a Sananda degli Umani di Sirio B. Insieme, essi conducono l’Ufficio del Christos, la funzione di gestione della Terra, situato su Venere. Sanat Kumara ha una lunga storia di mondi tenuti prigionieri dalle gabbie a frequenza – lui stesso si è liberato da una di esse. Di conseguenza, egli conosce la via d’uscita da una prigione vibrazionale a 3D. Egli ha spiegato che qualcosa di simile era accaduto su Orione, agli Umani di Sirio B che avevano colonizzato quel pianeta. Furono imprigionati da una griglia di frequenze molto simile a quella in cui ci troviamo noi ora, per la quale fu usata la stessa tecnologia ad onde scalari/ELF. Sanat K. scoprì come venirne fuori: fu il primo ad usare questo metodo per guadagnare la libertà, e diede così vita ad un Modello, all’interno di quella gabbia di frequenze, che altri avrebbero potuto usare. Durante la stesura del libro in uscita, “Saluti da Nibiru”, Sanat mi ha chiesto di introdurvi questa storia. Grazie a ciò, siamo arrivati a conoscerci molto meglio. Sanat disse che era imperativo che mi mandasse questo sogno, perché gli avvenimenti che mi ha mostrato potrebbero accadere nel 2003 e, di conseguenza, abbiamo poco tempo per prepararci.
Note
- ↑ Alice Bailey - Il destino delle Nazioni, (pag. 23 dell'edizione originale inglese "The Destiny of the Nations”", 1949)
Voci correlate
- Gerusalemme
- Kabbalah
- Sacerdote eterno
- Melchisedec giudeo (personaggio del Decameron)