Teletrasporto
Da Ufopedia.
Per teletrasporto si intende il processo di trasporto più o meno istantaneo di un oggetto da un luogo a un altro, senza l'uso di mezzi convenzionali.
Questo neologismo è un portmanteau derivato dalla radice greca "Τελε-" ("lontano") e dall'italiano "trasporto", sulla falsariga del termine inglese "teleportation" coniato dallo scrittore Charles Fort (lo stesso prefisso "tele-" unito alle ultime sillabe di "transportation", ossia trasporto).
Come ipotetica tecnologia il teletrasporto è spesso utilizzato nelle opere di fantascienza, dove è generalmente usato come sinonimo di trasporto istantaneo, intendendo che il processo possa avvenire anche attraverso grandi distanze (es. tra la Terra e la Luna o un altro pianeta) e a velocità pari o superiori a quella della luce.
Il teletrasporto, così come descritto nelle opere di fantasia, è lungi dall'essere realizzato, tuttavia costituisce uno dei maggiori soggetti di ricerca tra i fisici di tutto il mondo che sono operativi nel campo della meccanica quantistica.
In ufologia si pensa che i Cariani e gli Arturiani sarebbero specialisti per la fabbricazione di cancelli stallari (dotati di tecnologia per il teletrasporto). Inoltre i normali UFO monterebbero motori che hanno anche la funzione di teletrasporto.
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Aspetti scientifici
Il teletrasporto è una possibilità teorica ammessa sia dalla fisica quantistica che dalla teoria della relatività generale, due teorie contrastanti per diversi altri aspetti.
Viene definito teletrasporto quantistico il fenomeno di apparente azione istantanea a distanza descritto dal paradosso Einstein-Podolsky-Rosen (detto anche "Paradosso EPR", dalle iniziali dei nomi degli scienziati che lo scoprirono come aggiunta al Principio di indeterminazione di Heisenberg). Secondo alcuni sarebbe erroneo considerare il fenomeno un "primo passo" verso una tecnologia del teletrasporto o dei viaggi a velocità superiori a quella della luce. Negli esperimenti finora svolti il segnale è fatto di particelle aventi massa e non può superare la velocità della luce, può essere visto sia come onda che moto di particelle. Teoricamente, esistono e sarebbero utilizzabili onde aventi massa zero, che possono muoversi a velocità superluminali.
I ponti di Einstein-Rosen sono una costruzione matematica che prevede la possibilità di uno spostamento da un punto all'altro dello spazio o del tempo, attraverso dei buchi neri.
Con il teletrasporto quantistico non è il corpo ad attraversare lo spazio-tempo che separa il punto di partenza e di arrivo, ma un onda che porta l'informazione in esso contenuta, per "ricomporre" la massa nel punto di arrivo. Invece, un punto materiale che attraversasse un ponte di Einstein-Rosen entrerebbe in una deformazione dello spazio-tempo che avvicina moltissimo i punti di partenza e di arrivo.
La relatività generale afferma che lo spazio-tempo risulta deformato all'osservatore se la velocità è prossima a quella della luce o in presenza di campi gravitazionali: velocità o gravità si possono usare per "accorciare" i tempi di viaggio per enormi distanze nello spazio e nel tempo. Il teletrasporto quantistico agisce sulla velocità, i ponti di Einstein-Rosen sulla gravitazione.
Risultati sperimentali
In un esperimento condotto dal dr. Ping Koy Lam, e da un team di ricercatori, presso la ANU (Australian National University), è stato teletrasportato un raggio laser. Il risultato positivo dell'esperimento conferma la possibilità del teletrasporto, anche se il teletrasporto di un oggetto solido è certamente lungi dall'essere possibile. Il team australiano ha battuto sul tempo altri 40 laboratori che in tutto il mondo stanno provando a teletrasportare un raggio laser; infatti, un primo risultato incoraggiante fu ottenuto in California presso i laboratori del California Institute of Technology dal prof. Jeff Kimble e dai suoi colleghi che furono in grado di teletrasportare luce allo stato quantico da un lato all'altro di un banco ottico, senza che essa attraversasse alcun mezzo fisico.
L'esperimento del prof Kimble mostrò che le strane connessioni tra entità del mondo quantico possono essere utilizzate per ottenere effetti assolutamente inimmaginabili per il mondo percepito dai nostri sensi. I risultati ottenuti con il progetto del gruppo di ricerca australiano sono stati presentati in una conferenza internazionale sulla elettronica quantica che si è tenuta a Mosca. La scoperta ottenuta può trovare applicazioni in molteplici campi: nelle comunicazioni permetterebbe di aumentare drasticamente la velocità e le quantità di informazioni trasmesse mediante fibre ottiche; nella crittografia permetterebbe di criptare le informazioni con una sicurezza del 100% apportando così un enorme vantaggio per i sistemi finanziari, bancari e di difesa di tutto il mondo e nella computeristica permetterebbe lo sviluppo di computer che sarebbero in grado di operare e di risolvere problemi con una velocità milioni di volte maggiore degli attuali.
L'Australian Research Council (ARC) ha supportato già dal 1998 la ricerca condotta dal dr. Lam con circa 2 milioni di dollari, che comprende anche il finanziamento di 1,1 milioni di dollari del gennaio 2002, inoltre, la ANU ha anche fornito un supporto logistico notevole mettendo a disposizione le sue infrastrutture ed un pool di valenti ricercatori e studenti.
Cultura popolare
Nella cultura popolare, il teletrasporto viene utilizzato come elemento narrativo nella fantascienza (come forma di tecnologia futura) e nel fantasy (come atto di magia).
Fantascienza
La prima menzione di un sistema di teletrasporto in un'opera di fantascienza è presente nel racconto The Man Without a Body (1877) di David Page Mitchell, in cui uno scienziato scopre un metodo per disassemblare gli atomi di un gatto e trasmetterli via telegrafo.
Il concetto verrà poi ripreso nella fantascienza del primo Novecento (tra i più noti, il racconto The Fly di George Langelaan da cui verranno tratti i due film L'esperimento del dottor K e La mosca), raggiungendo la diffusione a livello mondiale con il successo della serie televisiva Star Trek e dei suoi seguiti e trasposizioni cinematografiche (si veda Teletrasporto (Star Trek)). Il concetto è stato ripreso in televisione anche con il telefilm Stargate SG-1 e serie correlate (si veda Teletrasporto (Stargate)).
I generi di teletrasporto utilizzati nella fantascienza sono in genere di due tipi:
- per scomposizione e riassemblaggio (come quelli citati precedentemente)
- per portali (con o senza passaggio attraverso una "dimensione" intermedia).
Vi è poi un terzo tipo di trasmissione istantanea, che non riguarda la materia ma solo le informazioni, a scopo di telecomunicazione, attraverso dispositivi come l'ansible.
Filmografia
- L'esperimento del dottor K (The Fly, 1958) con Vincent Price
- La vendetta del dottor K (Return of the Fly, 1959) con Vincent Price
- La maledizione della mosca (Curse of the Fly, 1965)
- Philadelphia Experiment (USA, 1984) di Stewart Raffill
- Star Trek III: Alla ricerca di Spock (Star Trek III: The Search for Spock, USA, 1984) di Leonard Nimoy
- Rotta verso la Terra (Star Trek IV: The Voyage Home, USA, 1986) di Leonard Nimoy
- La mosca (The Fly, USA, 1986) di David Cronenberg
- La mosca 2 (USA, 1989) di Chris Walas
- Philadelphia Experiment 2 (USA, 1993) di Stephen Cornwell
- The Prestige (USA/Regno Unito, 2006) di Christopher Nolan
- Jumper - Senza confini (Jumper, USA, 2008) di Dough Liman
Fantasy
Nel fantasy, il teletrasporto e la bilocazione sono spesso presenti tra i "poteri magici" posseduti da personaggi (eroi o antagonisti). In particolare, nei giochi di ruolo il teletrasporto può essere elemento chiave della parte tattica e strategica del gioco.
Giochi
Nei giochi ispirati ai Pokémon, alcuni di essi possono usare questa mossa per fuggire dai nemici o attaccarli da dove meno se lo aspettano. Uno dei pokémon che più spesso esegue questa mossa è Abra (con le sue evoluzioni Kadabra e Alakazam) Nel videogioco, questa è una mossa disponibile fin dai primi livelli, e in alcuni dei videogiochi è presente anche come MT. Usata al di fuori della lotta, teletrasporta il personaggio all'ultimo centro pokémon visitato.
Nella serie di videogiochi Half-life, edita da Valve, la tecnologia del teletrasporto ricopre un ruolo fondamentale, in quanto proprio dopo i primi maldestri esperimenti umani a Black Mesa la stessa struttura dello spazio è stata sconvolta e stracciata, consentendo all'impero Combine l'invasione della Terra.
Un meccanismo di alterazione spaziale simile è introdotto in Portal, in cui la protagonista Chell utilizza un'apparecchiatura in grado di alterare il continuum spazio-temporale e creare "varchi" nella struttura fisica della realtà.
Nei giochi della serie di Warcraft il teletrasporto è presente in diversi casi:
- In Warcraft III è presente una pergamena che permette di teletrasportare l'eroe che la usa e le unità a lui vicine ad un municipio alleato. Anche l'arcimago degli umani ha questa capacità.
- Sempre in Warcraft III il personaggio di Maiev Shadowsong possiede un'abilità chiamata 'sparizione', che le permette di teletrasportarsi a breve distanza. La stessa abilità è stata poi ereditata dai giocatori maghi di World of Warcraft.
- In World of Warcraft ci sono diversi mezzi per teletrasportarsi: il principale è la Heartstone, ma esistono anche alcuni incantesimi.
- Oltre al sistema di teletrasporto sono presenti anche diversi portali, strutture in grado di portare immediatamente chi li attraversa in luoghi, pianeti o anche mondi diversi. Un esempio su tutti è il Portale Oscuro, che collega i mondi di Azeroth e Draenor.
Cartoni animati
Nella serie televisiva Dragon Ball Z, il protagonista, Goku, dopo un addestramento lungo un anno, apprende la tecnica del teletrasporto, tipica del pianeta Yardrat; prendendo a modello Goku, poi, alcuni suoi nemici (Cooler, Cell e Majin Bu) imparano di riflesso la tecnica. Essa si basa sull'"aura", ossia l'energia spirituale emessa dalle persone: Goku infatti può teletrasportarsi solo in luoghi in cui è presente una persona di cui riesce a percepire l'aura o in cui è già stato.
Bibliografia
- Lawrence M. Krauss, traduzione di Libero Sosio, La fisica di Star Trek, 1996, Longanesi & C., collana La lente di galileo, pp. 213, ISBN 8830413909