Blade Runner

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Locandina di Blade Runner

Blade Runner è un film del 1982, diretto da Ridley Scott.

È uno dei più celebri film di fantascienza, liberamente ispirato al romanzo Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?) di Philip K. Dick, oggi considerato uno dei maggiori scrittori statunitensi della seconda metà del Novecento (non solo nell'ambito fantascientifico), nonché precursore del filone cyberpunk. Il titolo del film è tratto dal romanzo The Bladerunner (1974) di Alan E. Nourse.[1]

Nel 1993 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America.

Nel 2007 l'American Film Institute lo ha posizionato al 97º posto nella classifica AFI's 100 Years... 100 Movies.

Questa voce è nominata in quest'enciclopedia perchè mostra dei cloni (i replicanti Roy, Rechel, ecc.), come si riprodurrebbero per clonazione i Grigi. Inoltre secondo Zecharia Sitchin l'Homo Sapiens Sapiens (per alcuni ufologi solo l'etnia nera africana) sarebbe stato frutto di ingegneria genetica (ibridazione Anunnaki-Homo Erectus africano): vedi la Teoria del paleocontatto e la creazione dell'Uomo. Quella degli umani è la più giovane delle quattro razze primarie nel nostro universo. Furono creati con l'ingegneria genetica per primi dai Felinoidi, su un pianeta nel sistema stellare di Vega, nella Costellazione della Lira. Fu creato con 22 tipi di DNA alieni diversi, con l’antico scopo di essere schiavo e manipolabile. Tutt’ora lo siamo ancora, ma presto chi vorrà non lo sarà più. In questo consiste la crescita dell’umanità (come tutte le forme di vita dell'Universo, a dimensioni astrali via via superiori)! Agli umani venne dato, dalla razza Felina, come patrimonio genetico, il Gene della Compassione, e questo li rende unici fra le varie razze. Secondo contattisti le accademie stellari della Federazione galattica userebbero le capsule dell'ipersonno per far memorizzare istantaneamente le nozioni agli studenti e nel film a Rechel vengono "innestati" falsi ricordi.

Per la cronaca lo scienziato americano Craig Venter avrebbe trovato il modo di assemblare ex-novo un codice genetico di vita monocellulare. Vedi articolo in fondo di cui propongo un'estratto.

« Vita artificiale, si è detto, assumendo che l’introduzione di un DNA programmato al computer, e sintetizzato chimicamente, in una cellula batterica ospite privata del suo proprio DNA - perché di questo si è trattato - equivalesse alla creazione di nuova vita. Ora, è vero che il DNA è responsabile dell’origine delle proteine che definiscono l’individuo, e quindi delle proprietà delle sue cellule e, risalendo per li rami, dell’organismo stesso. Qui si è prodotto un batterio con un tipo di vita diverso da quella che gli era stata programmata, e quindi si può parlare di vita artificiale solo con qualche forzatura: vita artificiale sarebbe programmare e produrre tutto in provetta, non solo il DNA, ma tutta la cellula. Del resto già qualche anno fa Craig Venter e i suoi collaboratori erano riusciti a “cambiare” un batterio introducendovi (sia pure in modo mediato) il DNA di un altro batterio. La novità del risultato di cui parliamo ora, ed è certamente una novità che apre scenari incredibili, è nell’avere usato un DNA programmato in laboratorio, non quello preformato da un altro organismo. E’ quindi del tutto ragionevole prevedere sviluppi molto interessanti, e Venter ne ha infatti parlato: l’“ingegnerizzazione” di batteri per farne, ad esempio, dei produttori di vaccini o dei produttori di enzimi capaci di eliminare inquinamenti ambientali (di questo, a dire il vero, si parlava da anni). »

Indice

Trama[2]

Il film è ambientato nella Los Angeles dell'anno 2019. La tecnologia ha permesso la creazione di esseri ingegnerizzati e clonati analoghi agli umani, detti 'replicanti' (almeno nella prima versione del film del 1982 e non nel libro, sono cloni, cioè organismi artificiali creati con l'ingegneria genetica, mentre nel libro sono androidi, robot dall'aspetto umano; per di più nel testo di presentazione del film dell'1982, nonostante nel film siano chiaramente cloni che dicono per esempio "... non siamo macchine, ma organismi ...", vengono descritti erroneamente come "robot Nexus 6", mentre sarebbero dovuti essere definiti "replicants Nexus 6", ma questo è un errore come gli orologi al polso degli antichi romani nei film storici), destinati all'utilizzo come schiavi, dotati di capacità intellettuali e forza fisica estremamente superiori alla norma, ma con una longevità limitata a pochi anni. Sei replicanti del modello più evoluto (tre femmine e tre maschi), capitanati da Roy Batty, sono fuggiti dalle colonie extramondo e, giunti furtivamente a Los Angeles, hanno cercato di introdursi nella fabbrica dove sono stati prodotti, la Tyrell Corporation, nella speranza di riuscire a modificare la loro imminente "data di termine". Due di loro (un maschio e una femmina) sono finiti in un campo elettrico e sono stati catturati[3], mentre gli altri quattro sono fuggiti. Uno di questi, Leon, è stato individuato tra i nuovi assunti alla Tyrell, ma è riuscito a scappare nuovamente sparando all'agente Holden che lo stava sottoponendo ad un test per il riconoscimento dei replicanti.

Il poliziotto Rick Deckard, già agente dell'unità speciale Blade Runner, viene forzatamente richiamato in servizio dal capitano Bryant per "ritirare" i quattro replicanti. Deckard, sempre accompagnato nei suoi spostamenti dal collega Gaff, si reca nell'ufficio del dott. Tyrell per provare il test su un replicante modello Nexus 6. Il dott. Tyrell lo invita a provare il test prima su un umano, la sua segretaria Rachael, che si rivelerà essere invece un replicante, un esperimento della Tyrell Corporation.

Deckard ispeziona l'appartamento di Leon, dove trova una squama e una serie di fotografie. Nel frattempo, Leon e Roy Batty fanno visita ad Hannibal Chew, un progettista genetico di occhi che lavora per la Tyrell Corporation. Chew, minacciato dai due, dice loro di rivolgersi a J.F. Sebastian, un altro progettista genetico amico del dott. Tyrell.

Tornando a casa, Deckard viene seguito da Rachael, la quale vuole sapere se è una replicante o un'umana. Deckard le rivela la verità e, di fronte ai dubbi di Rachael, le racconta i suoi ricordi d'infanzia, dimostrandole che in realtà sono solo innesti mentali. Rachael, disperata, fugge dall'appartamento di Deckard. Nel frattempo la replicante Pris, compagna di Roy Batty, riesce ad ottenere la fiducia di J.F. Sebastian e a farsi ospitare nel suo appartamento.

Deckard sogna ad occhi aperti un unicorno[4]. Al risveglio, esamina una delle foto trovate nell'appartamento di Leon e riesce ad associare la squama alla replicante Zhora. Attraverso le indagini scopre che la squama è di un serpente finto utilizzato da una spogliarellista in un suo spettacolo. Deckard si reca nel locale dove lavora Zhora, e con una scusa la segue nel camerino. Zhora capisce le intenzioni di Deckard e fugge per strada, ma Deckard riesce a raggiungerla ed a "ritirarla", uccidendola.

Bryant informa Deckard che dovrà "ritirare" anche Rachael, che è scomparsa dalla Tyrell dopo aver subìto il test. Quando Bryant e Gaff si allontanano, Deckard vede Rachael e cerca di raggiungerla, ma improvvisamente viene fermato da Leon, che ha assistito al "ritiro" di Zhora. Leon cerca di uccidere Deckard, ma Rachael interviene uccidendo Leon. Deckard decide di graziare Rachael e di nasconderla a casa sua, dove i due si innamorano. Roy Batty, raggiunta Pris, la informa che sono rimasti solo loro. I due convincono J.F. Sebastian ad accompagnare Roy Batty dal dott. Tyrell per chiedergli se esiste un modo per posticipare la loro imminente "data di termine"[5]. Tyrell gli dice che non è possibile e così Roy Batty uccide il dott. Tyrell, cavandogli gli occhi con i pollici, e J.F. Sebastian.

Deckard viene informato del duplice omicidio e si reca nell'appartamento di J.F. Sebastian, ritenendo che i due replicanti rimasti si sarebbero nascosti lì. Al suo arrivo viene attaccato da Pris, ma Deckard riesce a spararle, uccidendola. Poco dopo giunge Roy Batty che, vista Pris priva di vita, decide di dedicare i suoi ultimi istanti di vita alla vendetta[6]. Nel tentativo di scappare, Deckard salta da un tetto ad un altro ma non riesce ad atterrare e rimane aggrappato ad una trave, sospeso nel vuoto. Roy Batty lo raggiunge e, invece di ucciderlo, lo trae in salvo. Dopo un breve monologoIo ne ho viste cose...»[7]), Roy Batty muore di fronte all'impietrito Deckard.

« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire. »

Roy Batty

Poco dopo arriva Gaff che si complimenta per il lavoro svolto, ma dice a Deckard «Peccato però che lei non vivrà!», riferendosi a Rachael. Deckard va nel suo appartamento per mettere in salvo Rachael prima che un altro agente speciale la "ritiri". Mentre Rachael si avvia verso l'ascensore, protetta da Deckard, colpisce con la scarpa un origami a forma di unicorno[8]. Deckard lo prende e ripensa alle parole pronunciate poco prima da Gaff[9].

Produzione

L'interesse ad adattare per il cinema il romanzo di Philip K. Dick Do Androids Dream of Electric Sheep? si sviluppò subito dopo la sua pubblicazione nel 1968. Secondo quanto dichiarato da Dick, il regista Martin Scorsese era interessato a filmare un adattamento dell'opera, ma non ne acquisì mai i diritti.[10] Il produttore Herb Jaffe acquisì i diritti all'inizio degli anni settanta, ma Dick non fu per nulla convinto della sceneggiatura. Il produttore cinematografico Michael Deeley s'interessò della bozza di Fancher e convinse il regista britannico Ridley Scott ad utilizzarla per creare il suo primo film americano. Scott aveva in precedenza rifiutato il progetto, ma dopo un anno trascorso lavorando lentamente ad un adattamento del romanzo Dune sentiva il bisogno di gettarsi in un progetto di rapida realizzazione per distrarre la mente dalla recente scomparsa del fratello maggiore.[11] Aderì al progetto il 21 febbraio 1980, e si adoperò per innalzare il promesso finanziamento da Filmways da 13 a 15 milioni di dollari. Il soggetto di Fancher si concentrava maggiormente sui temi ambientali e meno sui temi legati all'umanità e alla fede, che pesavano notevolmente nel romanzo. Scott desiderava modifiche. Fancher rinvenne un adattamento cinematografico di William S. Burroughs per il romanzo di Alan E. Nourse The Bladerunner (1974), intitolato Blade Runner (a movie).[12] A Scott piacque il nome per cui Deeley ottenne i diritti dei titoli. Infine scritturò David Peoples per riscrivere il soggetto, e Fancher abbandonò il lavoro sull'edizione il 21 dicembre 1980, sebbene successivamente ritornò più volte per contribuire alle riscritture supplementari.[13] I due romanzi hanno in comune con il film solo il fatto di rappresentare una distopia (nel romanzo di Nourse, bladerunner è un termine legato ai trafficanti di organi).

Dato che aveva investito più di 2,5 milioni di dollari nella pre-produzione,[14] e si avvicinava la data in cui si sarebbe dovuta iniziare a girare la fotografia principale, Filmways fece marcia indietro con la copertura finanziaria. Nel giro di dieci giorni Deeley assicurò un finanziamento di 21,5 milioni di dollari attraverso un accordo a tre tra The Ladd Company (tramite la Warner Bros.), il produttore di Hong Kong, Sir Run Run Shaw e la Tandem Productions.[15]

Philip K. Dick si preoccupò che nessuno lo avesse informato della produzione del film, il che si aggiunse alla sua sfiducia nei confronti di Hollywood.[16] Dopo che Dick ebbe criticato una prima versione della sceneggiatura di Hampton Fancher in un articolo scritto per Select TV Guide di Los Angeles, lo studio inviò a Dick la riscrittura di David Peoples.[17] Dick fu compiaciuto della sceneggiatura riscritta e di un provino degli effetti speciali di una ventina di minuti che fu preparata per lui quando fu invitato allo studio. Dick dopo la visione del filmato disse entusiasta a Ridley Scott che il mondo creato per il film assomigliava esattamente a quello che lui aveva immaginato.[18] Philip K. Dick però non vide mai la versione finale del film, in quanto venne a mancare il 2 marzo 1982, appena dopo l'ultimazione del prodotto. Proprio per questo motivo il film è dedicato a lui.

Blade Runner aveva numerose e profonde somiglianze con Metropolis di Fritz Lang, compreso un ambiente urbano sviluppato, in cui il ricco vive letteralmente al di sopra dei lavoratori, dominato da un enorme edificio: la torre Stadtkrone in Metropolis e la sede della Tyrell Corporation in Blade Runner. Il supervisore degli effetti speciali David Dryer utilizzò dei fotogrammi tratti da Metropolis allineandoli alle riprese delle miniature degli edifici in Blade Runner.[19]

Hong Kong ispirò l'aspetto della Los Angeles del 2019

Ridley Scott citò il dipinto Nighthawks (Nottambuli, 1942) di Edward Hopper e la rivista francese di fumetto di fantascienza Métal Hurlant, a cui l'artista Moebius contribuiva, come fonti stilistiche per l'atmosfera.[20] Si ispirò allo stesso modo al paesaggio di una "Hong Kong in un giorno molto brutto"[21] e al paesaggio industriale della sua patria di un tempo nell'Inghilterra nordorientale.[22] Scott scritturò come artista concettuale Syd Mead, che, come Scott, fu influenzato da Métal Hurlant.[23] A Moebius fu offerta l'opportunità di assistere nella pre-produzione di Blade Runner, ma egli rifiutò per poter lavorare al film animato di René Laloux Les Maîtres du temps, una decisione di cui in seguito si pentì.[24] Lawrence G. Paull (scenografo) e David Snyder (direttore artistico) realizzarono gli schizzi di Scott e Mead. Douglas Trumbull e Richard Yuricich supervisionarono gli effetti speciali della pellicola. La fotografia principale di Blade Runner fu iniziata a girare il 9 marzo 1981 per concludersi quattro mesi dopo.

Cast

Il casting del film si rivelò problematico, specialmente per il ruolo di Deckard. Lo sceneggiatore Hampton Fancher s'immaginava Robert Mitchum nel ruolo di Deckard e scrisse i dialoghi del personaggio con in mente Mitchum.[25] Il regista Ridley Scott e i produttori cinematografici "spesero mesi" in riunioni e discussioni per dare il ruolo a Dustin Hoffman, il quale infine se ne andò a causa dei punti di vista divergenti.[25] Fu infine scelto Harrison Ford a causa di numerosi fattori, tra cui la sua parte nei film di Guerre stellari, il suo interesse per la storia di Blade Runner e le discussioni con Steven Spielberg, che all'epoca stava completando I predatori dell'Arca perduta ed elogiava moltissimo il lavoro svolto dall'attore nel film.[25] In base ai documenti della produzione fu presa in considerazione una lunga lista di attori per il ruolo principale, tra cui (ma non solo) Gene Hackman, Sean Connery, Jack Nicholson, Paul Newman, Clint Eastwood, Tommy Lee Jones, Arnold Schwarzenegger, Al Pacino e Burt Reynolds.[25]

Il casting per i ruoli di Rachael e Pris si dimostrò a sua volta complicato; venne filmata una lunga serie di provini con numerose attrici che aspiravano al ruolo. Morgan Paull, che faceva il ruolo di Deckard durante i provini filmati con le attrici aspiranti al ruolo di Rachael, fu scritturato per il ruolo di Holden, il bounty killer collega di Deckard, sulla base dei risultati dei provini.[25] Un ruolo che non fu difficile da affidare fu quello di Roy Batty: Ridley Scott scritturò Rutger Hauer senza mai averlo incontrato prima, basandosi solamente sulle interpretazioni dell'attore che aveva visto in altri film.[25] Per il ruolo di Sebastian fu considerato Joe Pantoliano, che in seguito ebbe il ruolo di Cypher nel film Matrix ispirato a Blade Runner.[26]

Nel 2006 a Ridley Scott è stato chiesto chi fosse stata la sua maggiore spina nel fianco. Egli rispose che era stato Harrison "...che mi scuserà perché ora vado d'accordo con lui. Adesso è diventato affascinante. Ma ne sa parecchio, questo è il problema. Quando abbiamo lavorato insieme era il mio primo film ed io ero l'ultimo arrivato. Ma abbiamo fatto un buon film".[27] Ford disse nel 2000 di ammirare il lavoro di Scott, e che avevano avuto un approccio negativo.[28] Nel 2006 Ford facendo una riflessione sulla produzione del film disse: "Ciò che ricordo più di ogni altra cosa quando vedo Blade Runner non sono le 50 notti di riprese sotto la pioggia, ma la voce fuori campo... Ero ancora obbligato a lavorare per quei pagliacci che inserivano nel copione una brutta voce fuori campo dopo l'altra"[29] Ridley Scott confermò in una intervista pubblicata nell'estate 2007 che Harrison Ford aveva contribuito all'edizione speciale di Blade Runner in DVD, avendo già fatto le sue interviste.[30]

Ambientazione

Il film è interamente ambientato a Los Angeles, nel novembre del 2019. Il pianeta Terra, a causa dell'inquinamento e del sovraffollamento, è diventato invivibile. Chi può si trasferisce nelle colonie extramondo, mentre sulla Terra rimangono coloro che sono stati scartati alla visita perché malati (come J.F. Sebastian, affetto da invecchiamento precoce) o coloro che non possono permettersi il viaggio. La vita animale e vegetale è pressoché scomparsa, per cui è proibito uccidere veri animali.

L'interno del Bradbury Hotel di Los Angeles, utilizzato come location nel film

La città di Los Angeles è perennemente avvolta dalla nebbia prodotta dall'inquinamento, che offusca il Sole e produce una pioggia continua. Le strade, rese luride dalla pioggia, sono piene di veicoli e di persone di ogni razza, anche se è nettamente predominante la componente asiatica.[31] In città si parla il Cityspeak, uno slang multilinguistico e multietnico[32].

I moderni grattacieli e le industrie sorgono accanto ai palazzi più antichi, per lo più fatiscenti e adattati alle "nuove tecnologie" facendo passare le tubazioni sulle facciate esterne. L'assenza totale del bello contribuisce a trasmettere allo spettatore la sensazione di claustrofobia.

I Replicanti

I Replicanti (almeno nella prima versione del film del 1982, nonostante nel testo di introduzione vengano erroneamente chiamati "robot", e non nel libro e nelle versioni successive del film) sono cloni (organismi artificiali creati con l'ingegneria genetica, mentre nel libro sono androidi, robot dall'aspetto umano) pressoché indistinguibili dall'uomo, creati dalla Tyrell Corporation. I replicanti protagonisti del film appartengono alla serie Nexus 6: sono superiori all'uomo per forza e agilità, nonché di intelligenza almeno pari a quella degli ingegneri che li hanno creati. Sono stati progettati per essere il più possibile simili agli uomini (lo slogan della Tyrell è più umano dell'umano). Gli ingegneri della Tyrell stimarono la possibilità che i Nexus 6 potessero nel tempo sviluppare emozioni proprie (rabbia, amore, paura, sospetto,...) ovvero potessero assumere coscienza di sé, e così li dotarono di un dispositivo autolimitante, vale a dire 4 anni di vita[33].

I Nexus vengono impiegati nelle colonie extramondo per i lavori più faticosi e pericolosi, oppure come "articolo di piacere" per i soldati di stanza nelle colonie militari extramondo. In seguito ad una rivolta, è stato proibito l'utilizzo di replicanti sulla Terra, ed è compito della squadra speciale Blade Runner "ritirare" (ovvero eliminare) i replicanti presenti sul pianeta.

Per distinguere un replicante da un umano, il sospetto viene sottoposto ad un test per l'empatia denominato Voigt-Kampff, che consiste in un interrogatorio condotto con un dispositivo puntato sull'occhio dell'interrogato. Il replicante, di fronte alle domande pensate per suscitare un'emozione precisa nell'interrogato, tradisce la sua natura in seguito all'impossibilità, dovuta alla mancanza del bagaglio di esperienze tipico di un essere umano, di controllare le proprie emozioni. Per la riuscita del test sono infatti fondamentali i tempi di reazione alle domande.

Distribuzione[34]

International Cut (1982)

Director's Cut (1992)

The Final Cut (2007)

Accoglienza

Incassi

Con un budget stimato in circa 28,000,000 di dollari[35], Blade Runner non è stato un grande successo al botteghino statunitense, non rientrando inizialmente neanche delle spese di produzione. L'esordio sul suolo americano nel 1982 fece registrare un incasso di poco superiore ai 6,150,000 dollari nel weekend d'apertura, mentre l'incasso finale in patria fu di circa 27,500,000 dollari[36]. In seguito, l'uscita della Director's Cut nel 1992 portò a casa circa 3,750,000 dollari, seguita dalla Final Cut del 2007 che incassò 1,500,000 dollari, portando l'incasso totale del film negli Stati Uniti alla cifra di circa 32,800,000 dollari[37].

Critica

Blade Runner è da molti ritenuto più di un semplice film di genere, perché si confronta con temi profondi come la società multietnica globalizzata, lo schiavismo, l'ingegneria genetica umana, la paura della morte, l'anelito all'immortalità, la nostra debolezza di fronte ad eventi più grandi di noi, ma anche la capacità di alcuni di dar prova di una grandissima quanto inaspettata generosità.

L'estrema cura e ricercatezza delle immagini e degli effetti, la particolare ambientazione (anche gli esterni hanno sempre una luce notturna), le innovative atmosfere create (la continua dominante blu, gli ambienti urbani tecnologicamente sofisticati ma caotici e brulicanti di una umanità confusa e sempre immersa in una penombra artefatta), le sofisticate e coinvolgenti musiche di Vangelis, hanno rapidamente reso questo film un cult-movie, che ha fatto scuola e ha segnato una svolta irreversibile nella successiva produzione di film di fantascienza. Quasi tutti i film del genere girati dopo Blade Runner, infatti, in un modo o nell'altro non possono fare a meno di richiamarne più o meno consapevolmente il tipo di immagini, o di atmosfere, o anche solo di colori o suggestioni visive.

In Blade Runner possiamo identificare un altro aspetto di natura filosofica e secondo alcuni religiosa[38] che costituisce un elemento importante in tutto il film: basterebbe considerare le parole dell'androide che rifiuta la morte perché si sente diverso e migliore degli umani.[39]

Uno dei problemi fondamentali della filosofia è stato infatti quello del rapporto tra il soggetto e l'oggetto che nasce quando il primo pensatore si chiede che cosa sia il mondo che lo circonda con i suoi oggetti diversi da lui. Per questo problematico rapporto anche gli altri soggetti però sono, nei riguardi del soggetto, degli oggetti che si presumono siano soggetti come me, ma dei quali io non ho piena certezza. Chi è l'altro? Prova davvero i miei stessi sentimenti, ha i miei stessi pensieri? L'universo che percepisce è come il mio? Il mondo interiore che mi caratterizza come soggetto appartiene a me e soltanto a me. Cosa si agita veramente nell'involucro dell'altro presunto soggetto-oggetto? Ci sono in lui meccanismi bionici o lo stesso sangue che circola in me?

Sono certo di me stesso perché il mio pensiero me lo conferma, non si può dubitare di se stessi ma chi mi sta di fronte è un soggetto come me o piuttosto... un cyborg? Il "cogito ergo sum" di Cartesio non basta più ad avere certezza di se stessi. Queste sono le domande che assillano Rick Deckard.

Questo può essere il tema dominante di tutto il film. Se il protagonista, il cacciatore Rick Deckard, pure ritiene sia un replicante la bellissima Rachael, ma che proprio per la sua perfezione tecnologica non si differenzia sostanzialmente da lui perché non amarla? Che cosa distingue l'uomo vero dal replicante? Anche lei possiede sentimenti, anche lei può piangere, anche lei ha ricordi, magari prefabbricati ma che lei crede suoi. Questo è il dramma dei replicanti: scoprire di essere un oggetto; ma in fondo è anche il dramma del blade runner: solo con se stesso, chiuso nella sua soggettività, unico soggetto in tutto l'universo, "monade" diceva Leibnitz, eppure anche lui "oggetto", probabile androide per gli altri, e forse, a sua insaputa, egli stesso replicante addestrato ad uccidere i suoi simili.

In questo film viene quindi ripreso sotto tutt'altri aspetti, anche il tema della "incomunicabilità" che costituì la traccia di un famoso film della cinematografia italiana: Deserto rosso (1964) del regista Michelangelo Antonioni.

Riconoscimenti[40]

Vinti

Nomination

Versioni

Del film esistono almeno sette versioni, ma le più importanti sono l'International Cut (1982) ed il Director's Cut (1992):

Director's Cut (1992)

È ormai assodato che il Director's cut è basato sull'idea che anche Deckard sia un replicante, impiegato a sua insaputa per dare la caccia ai suoi simili. Esiste anche una dichiarazione del regista che conferma questa ipotesi[41] e lo si può dedurre da moltissimi particolari[42].

L'origami dell'unicorno che Deckard trova davanti casa sua nella scena finale non significa solamente, come nella versione del 1982, che Gaff è stato lì, ma che Gaff è a conoscenza dei sogni di Deckard. La frase che Gaff dice a Deckard subito dopo la morte di Roy Batty[43]:

« Peccato però che lei non vivrà! Sempre che questo sia vivere... »

Gaff

inizialmente sembra riferita a Rachael. Quando Deckard trova l'origami, ripensa alla frase come se solo ora ne avesse compreso il reale significato. In lingua inglese, she è usato sia per le persone di sesso femminile, sia - in modo colloquiale - per gli animali e le cose. Nei sottotitoli italiani, la frase viene tradotta inizialmente "Peccato che lei non vivrà" e la seconda volta "Peccato che non vivrà".

È possibile che uno dei due replicanti finiti nel campo elettrico alla Tyrell Corporation sia Deckard stesso, catturato e "riprogrammato" per la missione. Ciò sarebbe avvalorato dal fatto che Roy Batty si rivolge a Deckard chiamandolo più volte per nome, benché i due non si fossero mai incontrati prima. Inoltre, il senso di alcune battute che Roy gli rivolge durante lo scontro appare sotto questa ipotesi più chiaro. Infatti Roy dice: "Non eri tu, quello bravo?", "Vieni, Deckard. Fammi vedere di cosa sei fatto!" e "Muori presto e sei dei miei!". Questa versione renderebbe anche più comprensibile la scelta di Roy di graziare Deckard, però farebbe perdere al film gran parte del suo pathos, spogliando la decisione di Roy di ogni significato etico, rendendolo simile a quella stessa società da lui disprezzata.

Il fatto che Gaff si presenti a Deckard subito dopo ogni "ritiro", che lo accompagni sempre in presenza del comandante Bryant, che lo indirizzi spesso nelle indagini, fanno pensare ad alcuni che il vero Blade Runner possa essere Gaff, e che quindi Deckard sia solo uno strumento di cui Gaff si serve per "ritirare" i Nexus 6. L'ipotesi pur essendo azzardata non può essere esclusa a priori, d'altronde Gaff non pare nelle condizioni di poter affrontare un replicante, mentre Deckard si dimostra capace di resistere a tutti gli scontri con i Nexus 6, riuscendo a ferire Roy Batty nello scontro finale: potrebbe essere questa la "magia" di cui parla il comandante Bryant.

Ad un occhio attento non può sfuggire che una volta assunto che Deckard è anch'egli un replicante, tutti i personaggi "genuinamente" umani del film sono persone anziane, malate e corrotte, e che invece tutti i replicanti - e solo questi - sono fisicamente e psichicamente sani, oltre che giovani (vivono solo 4 anni); appaiono come modelli di forza, bellezza e intelligenza, e per questo vengono utilizzati per le più svariate mansioni (infatti Roy Batty è un soldato, la sua compagna una "donna di piacere", mentre Zhora e Leon svolgono lavori manuali). Qui sta il senso "nascosto" del film: un'umanità decadente ed ormai alla fine di un glorioso destino, che crea modelli freddi e asettici di bellezza e possanza (i replicanti) e quando non ha più bisogno di essi li fa "ritirare" da altri replicanti.

Quest'idea nasce da un altro breve racconto di Philip K. Dick, Non saremo noi, in cui in un mondo in cui nascono sempre più bambini mutanti, lo stato effettua un controllo rigido in età puberale sugli stessi ed esilia i mutanti con le loro madri applicando una rigida selezione, sino a che si presenta una madre con un figlio "mutato" fisicamente tanto superiore all'homo sapiens da essere considerato un superumano, tanto da instillare ai medici incaricati della selezione l'atroce certezza che non solo la Terra verrà "ereditata" da una razza mutata, ma che non avrà nulla di quello che noi intendiamo comunemente per superiore (il mutato ha in effetti l'intelligenza di un Neanderthal): "Non saremo noi" [appunto]... gli eredi della Terra", capendo così che la vecchia razza umana ormai corrotta verrà sostituita da una nuova, che forse subirà lo stesso processo di evoluzione e/o decadenza.

In momenti particolari del film, ogni replicante ha un riflesso rosso nei propri occhi (Rachael a casa di Deckard, Pris a casa di J.F. Sebastian, Roy Batty nell'appartamento del dott. Tyrell). Anche il gufo artificiale che si vede alla Tyrell Corporation ha questo riflesso rosso. Deckard ha lo stesso scintillio negli occhi quando parla con Rachael a casa sua (anche se è volutamente non messo bene a fuoco dalla telecamera). Inoltre, quando Deckard nota l'origami dell'unicorno lasciato da Gaff davanti alla sua casa, lo osserva con uno sguardo fisso e dei movimenti meccanici tipici di un replicante.

I replicanti sembrano avere una strana ossessione comune per le foto. Leon è dispiaciuto perché dei poliziotti sono entrati nella stanza d'albergo ed hanno portato via le sue "preziose fotografie". Rachael, quando sospetta di essere una replicante, mostra a Deckard una fotografia di quando era bambina che si portava dietro. Il pianoforte di Deckard è pieno di fotografie, tutte in bianco e nero e nessuna che lo ritrae con l'aspetto attuale. La foto che Rachael mostra della sua infanzia, con la madre, sugli scalini di casa, è pressoché identica a quella della casa di gioventù di Deckard, in cui si nota anche la medesima postura.

L'idea che Deckard possa essere un replicante è del resto già presente nel romanzo di Dick, dove essa viene suggerita in alcuni episodi ma regolarmente smentita in seguito. Rick Deckard, nel romanzo, sospetta un altro cacciatore di androidi (bounty-hunter, ovvero "cacciatore di taglie"), Phil Resch, di essere un androide a causa della sua freddezza e del piacere che sembra provare nell'uccidere gli androidi; ma una volta sottoposto al test Voigt-Kampff, Resch risulta essere umano. Ridley Scott potrebbe aver sfruttato quest'idea nella realizzazione del suo film.

The Final Cut (2007)

Nel 2007 è uscita sul mercato una nuova versione del film, chiamata The Final Cut. La versione, distribuita anche in HD DVD e Blu-ray, si è avvalsa di una conversione in digitale dei fotogrammi di celluloide con una risoluzione di 8000 linee per fotogramma, quattro volte superiore a quella normalmente utilizzata per questo genere di operazioni[44]. Sono state inoltre eliminati quasi tutti gli errori tecnici e di trama presenti nell'International Cut.

Nel dicembre del 2007 tale versione è stata in proiezione 2 settimane nella Cineteca di Bologna con un grande afflusso di appassionati che hanno potuto ammirare la versione in alta definizione tramite una speciale proiezione in digitale.

Dal punto di vista della narrazione, i cambiamenti apportati rispetto alla versione Director's Cut sono minimi.

The Final Cut viene distribuito in Italia in due versioni: la "edizione speciale due dischi" ed il cofanetto di 5 dischi.

Il primo dei 2 dischi contiene il film nella nuova versione, un'introduzione del regista (in lingua originale sottotitolato in Italiano) ed il commento di Ridley Scott, dei produttori e sceneggiatori, del direttore artistico e di chi ha curato gli effetti visivi (privo purtroppo di sottotitoli). Il secondo disco contiene il documentario Dangerous Days: la realizzazione di Blade Runner.

Il cofanetto contiene cinque versioni di Blade Runner (Domestic Cut, International Cut, Director's Cut, The Final Cut e la versione integrale del Workprint Version), nonché il documentario Dangerous Days: la realizzazione di Blade Runner ed altri featurettes.

Dangerous Days: la realizzazione di Blade Runner

Dangerous Days è un documentario sulla realizzazione di Blade Runner uscito nel 2007 insieme alla versione The Final Cut del film. Il titolo è quello che inizialmente era stato scelto per il film e che compare sulla prima sceneggiatura completa. Si compone di otto capitoli:

Incept Date – 1980: Screenwriting and Dealmaking

Una delle prime bozze della sceneggiatura, scritta da Hampton Fancher e denominata Mechanismo, prevedeva che il film fosse ricco di dialoghi, quasi interamente ambientato in interni e che alla fine Rachael si suicidasse. Allo scrittore Philip K. Dick non piacque molto perché il suo romanzo veniva svuotato dei suoi più profondi significati: cosa è umano? Che cosa rende umani? Fu lo stesso Dick a suggerire di introdurre una voce narrante fuori campo, mentre la decisione di girare un film noir di ambientazione urbana fu presa da Ridley Scott quando accettò la regia. Il regista scelse inoltre il termine replicante perché la parola androide utilizzata nel libro era "strausata" agli inizi degli anni ottanta. Similmente al romanzo, i droidi dovevano inizialmente essere composti anche da parti metalliche che ne rivelavano, al momento della morte, la natura non umana.

Successivamente la sceneggiatura fu assegnata a David Webb Peoples, che in parte rielaborò la trama. Nella versione di Fancher, Roy Batty veniva ucciso, mentre Peoples lo fece morire di vecchiaia e scrisse il famoso monologo "Io ne ho viste cose...". Rutger Hauer modificò il monologo introducendo la parte sulle lacrime nella pioggia. Rutger Hauer contribuì inoltre a scrivere molte delle battute del suo personaggio.

Blush Response: Assembling the Cast

Per il personaggio di Deckard, Fancher si ispirò a Robert Mitchum. Prima che il ruolo andasse a Harrison Ford, si pensò di affidare la parte a Dustin Hoffman, ma l'idea di scritturare Hoffman fu scartata dopo alcuni mesi perché non aveva il fisico per impersonare il tipico poliziotto e perché aveva una visione di Deckard completamente diversa dal regista.

Sean Young e Daryl Hannah vennero scelte dopo dei provini filmati in cui venivano interpretate delle scene preparate per il film. In alcune di queste il ruolo di Deckard venne interpretato da Morgan Paull, che ottenne in seguito la parte di Holden. Joanna Cassidy fu scelta per il ruolo di Zhora anche perché riusciva a sentirsi a suo agio con un serpente intorno al collo. Infatti il pitone birmano che si vede nella scena all'interno del camerino era il suo animale domestico. Per il personaggio di Mary, la quinta replicante, venne scelta Stacey Nelkin. Tuttavia, a causa di un lungo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, le scene in cui doveva comparire Mary non furono sviluppate e si decise di eliminare il personaggio.

A Good Start: Designing the Future

La Ennis House di Frank Lloyd Wright

L'unica scenografia costruita per il film fu il set della strada: vennero adattati alcuni palazzi a due piani già esistenti ed utilizzati in altri film, montando sulle facciate i tubi dell'aria condizionata per dare l'impressione che fossero palazzi antichi adattati alle nuove tecnologie. Per ovviare al fatto che i palazzi del set erano bassi, mentre la città era formata da grattacieli, fu deciso di girare le riprese esterne di notte e di creare un'atmosfera densa di fumo a causa dell'inquinamento.

Come location vennero utilizzati il Bradbury Building, che rimase aperto anche durante le riprese, e la Union Station di Los Angeles, trasformata nell'interno del palazzo di polizia. L'ufficio del capitano Bryant fu costruito appositamente per il film e ancora oggi è utilizzato come ufficio della stazione ferroviaria. L'interno dell'appartamento (ai piani alti di un grattacielo-condominio con ascensore a comando vocale) di Deckard è ispirato alla Ennis House costruita dall'architetto Frank Lloyd Wright, in particolare i blocchi di cemento che compongono le pareti.

Eye of the Storm: Production Begins

Inizialmente Tyrell doveva essere un replicante. Il vero creatore dei Nexus 6 era morto 4 anni prima e giaceva all'interno di una teca di vetro al piano superiore rispetto all'ufficio. Roy Batty, una volta cavati gli occhi a Tyrell, scopriva la verità e con l'ascensore si recava al piano superiore sulla tomba del padre. Questa scena non venne mai girata.

Le scene che vedono come protagonista James Hong nel ruolo di Hannibal Chew, il progettista genetico di occhi, sono state girate all'interno di una vera cella frigorifera.

Living in Fear: Tension on the Set

Per la scena in cui Zhora si schianta contro alcune vetrine, mentre Deckard le spara, venne impiegata una controfigura con una parrucca completamente diversa dall'acconciatura di Joanna Cassidy-Zhora. La scena però non fu girata una seconda volta per problemi di budget e per il ritardo accumulato rispetto ai tempi prestabiliti. Anche per la scena nella quale Pris attacca Deckard (eseguendo capriole e salti mortali) era stata ingaggiata una controfigura, una ginnasta professionista, ma Ridley Scott le fece rigirare talmente tante volte la scena da renderla esausta. Le scene che si vedono nel film sono state quindi girate con un ginnasta uomo.

Nella scena del salto da un tetto all'altro, Deckard è interpretato da una controfigura, mentre fu lo stesso Rutger Hauer a fare il salto, dopo che i due palazzi vennero avvicinati. La colomba che teneva in mano Roy Batty era talmente zuppa d'acqua da non riuscire a volare e così nel film fu montata una scena in cui si vede una colomba volare in pieno giorno in un cielo azzurro, totalmente in contrasto con l'atmosfera del film.[45]

Beyond the Window: Visual Effects

Blade Runner è uno degli ultimi film di fantascienza che non utilizza effetti speciali creati al computer. La scena iniziale, in cui si vede una panoramica della città, è in realtà la ripresa di un modellino a prospettiva forzata profondo solo 4,5 metri e formato da sagome di palazzi riprodotti in serie. Le esplosioni di gas sono vere: vennero registrate e poi proiettate sul modellino una alla volta, cosicché la scena iniziale è in realtà la sovrapposizione di moltissime riprese.

Nella sequenza in cui Deckard e Gaff approdano alla centrale di polizia, nell'angolo in basso a sinistra dello schermo, è possibile vedere un modello del Millennium Falcon (l'astronave di Harrison Ford in Guerre Stellari) mascherato da palazzo. Il Millennium Falcon fu utilizzato come palazzo anche in altre scene di sorvolo, grazie alla capacità del fumo di nascondere i dettagli. Il tetto della centrale di polizia fu recuperato dal film Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo: si trattava del soffitto dell'astronave madre.

Le riprese esterne vennero modificate in post-produzione con la tecnica della pittura dei mascherini. Anche le scene girate nell'ufficio del dott. Tyrell sono state completate nella parte superiore, perché non era possibile ricreare sul set in modo credibile gli effetti di luce che il sole avrebbe dovuto produrre.

Philip K. Dick visitò il set e vide un montaggio di alcune scene. Alla fine della proiezione si disse sbalordito perché ciò che aveva visto era esattamente ciò che aveva immaginato quando scrisse il romanzo da cui è tratto il film.

In Need of Magic: Post-Production Problems

Nella prima proiezione il film era molto più lungo della versione Domestic Cut. Furono così eliminate diverse scene, come quella in cui Deckard visita Holden all'ospedale e soprattutto la scena in cui Deckard sogna l'unicorno, mentre altre vennero pesantemente tagliate, principalmente quelle girate nell'appartamento di Deckard in cui compare anche Rachael.

Dopo le anteprime vennero eliminate molte delle scene in cui Gaff parla il Cityspeak e fu aggiunta la voce narrante per facilitare la comprensione di alcuni aspetti della storia. Al regista non piacque l'idea della voce fuori campo e non partecipò alla stesura finale dei testi. I testi della voce fuori campo furono scritti da uno sceneggiatore che fino a quel momento non aveva partecipato alla realizzazione del film. La voce fuori campo inizialmente compariva anche subito dopo la morte di Roy Batty, ma fu eliminata. Venne aggiunto inoltre un lieto fine totalmente in contrasto con il resto del film, per il quale vennero utilizzate anche delle scene girate dalla troupe della seconda unità impiegata da Stanley Kubrick per le scene iniziali di Shining e poi scartate.

To Hades and Back: Release and Resurrection

Il film incassò molto bene nel primo week-end di proiezioni negli Stati Uniti, ma il giudizio della critica fu inizialmente negativo. Nelle settimane successive il film attrasse sempre meno spettatori, rivelandosi un mezzo flop. La pellicola dovette scontrarsi al botteghino con E.T. l'Extra-Terrestre, un film di fantascienza rassicurante, diametralmente opposto alla distopia rappresentata in Blade Runner; inoltre il pubblico appassionato di fantascienza si era abituato allo stile di Guerre Stellari[46].

In Europa il film ebbe un maggior successo sia di critica che di pubblico. Nel corso degli anni il film continuò ad essere apprezzato e proiettato da molti appassionati finché non divenne un vero e proprio cult del genere fantascientifico e non solo. Le atmosfere del film sono state riprese da molti gruppi e cantanti nei loro video ed hanno ispirato diversi film, quale ad esempio Matrix.

Altri media

Film

Il film di fantascienza Soldier (1998), del regista Paul W. S. Anderson, è ambientato nello stesso universo di Blade Runner. La sceneggiatura, scritta da David Webb Peoples (co-autore di Blade Runner), fa riferimento anche ai luoghi misteriosi citati da Roy Batty nel monologo finale: le porte di Tannhauser ed i bastioni di Orione, dove il protagonista del film Todd (Kurt Russel) ha combattuto due delle sue battaglie.

Romanzi

Lo scrittore K.W. Jeter ha scritto tre romanzi come seguito del film (e non del romanzo originale di Dick), ufficialmente autorizzati:

Fumetti

La Marvel Comics ha pubblicato nel settembre 1982 un adattamento a fumetti del film intitolato A Marvel Comics Super Special: Blade Runner, sceneggiato da Archie Goodwin.

Videogiochi

Serie televisive

Documentari

Citazioni e riferimenti

Citazioni di altre opere

Citazioni e parodie

Galleria immagini

Note

  1. Dal romanzo di Nourse ne fu tratto un altro di William S. Burroughs allo scopo di adattarlo per un ipotetico film. Hampton Fancher, primo sceneggiatore del film di Ridley Scott, lesse il libro e decise di prenderne il titolo. I due romanzi hanno in comune con il film solo il fatto di rappresentare una distopia.
  2. La trama di seguito presentata è riferita alla versione Director's Cut. Nelle versioni presentate nel 1982 c'era anche la voce narrante di Harrison Ford fuori campo, che è stata eliminata nel Director's Cut.
  3. Nelle versioni del film uscite nel 1982 solo un replicante era finito nel campo elettrico. Questo perché la sceneggiatura aveva inizialmente previsto una quinta replicante, Mary, che sarebbe dovuta morire di morte naturale nel prosieguo del film. In seguito si decise di eliminare il personaggio di Mary, ma la frase sul campo elettrico non fu cambiata, creando un'incongruenza che fu eliminata soltanto nel Director's Cut (1992).
  4. La scena del sogno è stata aggiunta nel Director's Cut.
  5. Roy Batty suggerisce a J.F. Sebastian le mosse per vincere la partita a scacchi che sta giocando con il dott. Tyrell, il quale, sorpreso dall'abile mossa di J.F. Sebastian, lo fa salire nel suo appartamento per discuterne. Le mosse utilizzate da J.F. Sebastian sono le stesse che consentirono ad Adolf Anderssen di vincere nel 1851 la partita immortale contro Kieseritzki. Un'animazione della partita di Anderssen si può trovare qui.
  6. Roy Batty si conficca un chiodo nella mano perché sente che la sua esistenza sta finendo ed in questo modo cerca di prolungare la sua vita (il dolore lo fa sentire "vivo") quel poco che gli possa consentire di vendicarsi della morte di Pris.
  7. La traduzione italiana non è del tutto corretta, perché nell'originale dice «I've seen things you people wouldn't believe». In inglese «you people» non significa «voi umani», ma è normalmente utilizzato per descrivere un gruppo di persone al quale non si appartiene (diversa razza, abitudini, ...), ed è considerato sostanzialmente dispregiativo.
  8. In precedenza Gaff aveva lasciato nell'ufficio di Bryant l'origami di una gallina e nell'appartamento di Leon l'origami di un uomo con un'erezione. Secondo alcuni la gallina simboleggia la paura di Deckard di andare a caccia dei replicanti; l'uomo con l'erezione simboleggia la nascente attrazione di Deckard per Rachael. Si veda anche blade-runner.it.
  9. Nelle versioni del 1982 è stato inserito un lieto fine in cui si vedono Deckard e Rachael a bordo di uno spinner in un paesaggio idilliaco. La voce fuori campo racconta che Gaff aveva concesso a Deckard di fuggire con la sua amata e che Rachael in realtà non aveva una data di termine. Questa scena è stata eliminata nel Director's Cut, che termina con le porte dell'ascensore che si chiudono davanti alle figure di Deckard e Rachael.
  10. James Van Hise, Philip K. Dick on Blade Runner, Starlog.
  11. Sammon, pp. 43–49
  12. Alcune edizioni del romanzo di Nourse usano il titolo spezzato in due parole Blade Runner, così come il libro di Burroughs.
  13. Sammon, pp. 49–63
  14. Sammon, p. 49
  15. Bukatman, pp. 18–19 e Sammon, pp. 64–67
  16. Sammon, pp. 63–64
  17. Sammon, pp. 67–69
  18. Sammon, p. 284
  19. Bukatman, pp. 61–63 and Sammon, p. 111
  20. Sammon, p. 74
  21. Template:Citation
  22. Template:Citation
  23. Sammon, p. 53
  24. Giraud, Jean. (1988) The Long Tomorrow & Other SF Stories. ISBN 0-87135-281-8
  25. 25,0 25,1 25,2 25,3 25,4 25,5 Template:Cite video
  26. Aaron Brinkley, A Chat With William Sanderson, BladeZone, 2000.
  27. "Who's the biggest pain in the arse you've ever worked with?" "It's got to be Harrison…he'll forgive me because now I get on with him. Now he's become charming. But he knows a lot, that's the problem. When we worked together it was my first film up and I was the new kid on the block. But we made a good movie." Template:Citation
  28. "I admire his work. We had a bad patch there, and I'm over it." Template:Citation
  29. Template:Citation
  30. "Harrison's fully on board," disse Scott.Template:Citation
  31. Il film è ambientato nella chinatown losangelina in omaggio al film Chinatown di Roman Polanski.
  32. Il Cityspeak fu sviluppato da Edward James Olmos per il personaggio di Gaff. Quando Gaff si rivolge a Deckard mentre sta mangiando al chiostro orientale, lo fa parzialmente in ungherese. Prima gli dice: "Azonnal kövessen engem", che significa "Seguimi immediatamente" e "Lófasz" (letteralmente "pene di cavallo"). Poi continua dicendo "Nehogy mar, te vagy a Blade Runner" che significa "Nessuna alternativa, sei tu il Blade Runner".
  33. In realtà Roy Batty al momento della morte ha 3 anni e 10 mesi (la sua data di immissione è 8 gennaio 2016), il che vuol dire che non esiste un vero e proprio dispositivo, ma piuttosto un deperimento dei tessuti, come spiegato nel dialogo tra Roy Batty ed il dott. Tyrell.
  34. Template:Cita web
  35. Template:Cita web
  36. Template:Cita web
  37. Template:Cita web
  38. Es una de las películas de ciencia ficción mejor escritas en ambos temas — pues abarca temas como la filosofía de la religión y las implicaciones éticas que conlleva el dominio de la ingeniería genética, dentro del contexto del drama clásico griego y sus nociones del hibris (Jenkins, Mary. (1997) The Dystopian World of Blade Runner: An Ecofeminist Perspective ) — y literario, dibujando la poesía de William Blake y la Biblia.
  39. Vedi: Con esplicito riferimento a Cartesio e Sulla natura filosofica del film.
  40. Template:Cita web
  41. http://video.google.co.uk/videoplay?docid=-6774128243172902888
  42. Si veda anche http://www.blade-runner.it/
  43. In alcuni ciak della scena Gaff chiede a Deckard se è sicuro di essere un uomo.
  44. Template:Cita web
  45. Questa scena è stata in seguito corretta (al computer) con l'aggiunta del cielo tetro e della pioggia.
  46. Blade Runner uscì nei cinema l'anno prima dell'attesissimo terzo e ultimo film della trilogia (originale) realizzata da George Lucas, Il ritorno dello Jedi.
  47. Template:Cita web
  48. Template:Cita web

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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