Enuma Elish

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===Quarta tavoletta===
===Quarta tavoletta===
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:«''Gli costruirono il podio regale sul quale, davanti ai suoi padri, si installò come monarca. Gli dissero: "Tu solo emergi tra i grandi dèi! Il tuo destino è inegualiato, il tuo comando sovrano! Oh Marduk, tu solo emergi tra i grandi dèi! Il tuo destino è inegualiato, il tuo comando sovrano! D'ora innanzi, irrevocabili saranno i tuoi ordini! Elevare o abbattere sarà in tuo potere! Ciò che esce dalla tua bocca si realizzerà, il tuo comando non sarà mai ingannevole! Nessuno, tra gli dèi, oltrepasserà i limiti da te fissati! E come i nostri luoghi di culto hanno bisogno di un curatore, tu avrai il tuo posto assegnato in tutti i nostri santuari! Oh Marduk, a te solo, nostro vendicatore, abbiamo conferito la regalità sulla totalità dell'Universo intero! La tua parola prevarrà quando siederai nell'Assemblea e le tue armi, infallibilmente, faranno a pezzi i tuoi nemici! Oh Signore, salva la vita di coloro che confidano in te! Ma di chiunque abbia concepito il male, versa il sangue!" Avendo allora suscitato in mezzo ad essi una costellazione unica, rivolsero queste parole a Marduk, loro rampollo: "Se il tuo destino, Signore, vale effettivamente quello degli altri dèi, ordina che avvengano sparizione e poi riapparizione! Una parola della tua bocca e che questa costellazione sparisca; e di nuovo, un ordine e che riappaia intatta!" Con una parola ordinò e la costellazione sparì; poi diede un'altro ordine e la costellazione si riformò! Quando gli dèi suoi padri ebbero constatato l'effetto di ciò che usciva dalla sua bocca, lo salutarono con entusiasmo: "Marduk solo è re!" E gli diedero, di seguito, scettro, trono e bastone reale. Poi gli conferirono l'Arma senza pari che getta a terra i nemici: "Parti dunque per tagliare la gola a Tiamat e che in venti portino il suo sangue in Segreta!" Avendo così stabilito per il Signore il suo destino, gli dèì suoi padri lo misero sulla strada del successo e della riuscita. Si preparò un'arco, che designò come sua arma; vi sistemò una freccia e ne tese la corda. Per brandire la sua Mazza d'armi, l'impugnò nella sua destra. Sospese sul suo fianco Arco e Faretra. Dispose fulmini sul suo viso e si adornò il corpo di ardenti fiamme. Confezionando una rete, al fine di avvolgervi Tiamat, radunò i Quattro venti, affinchè nulla di lei ne sfuggisse: [[Vento del Sud]], [[Vento del Nord]], [[Vento dell'Est]], [[Vento dell'Ovest]]; e questa rete se la appese al fianco; il dono di suo nonno [[An|Anu]]! Produsse ancora Venti malvagi, Tempesta, Turbine, Vento quadruplo, Vento settuplo, Vento devastatore, Vento irresistibile e, avendo dato libero sfogo a questi Venti, che aveva creato in numero di sette, essi si lanciarono di lui per sconvolgere le viscere di Tiamat. Poi il Signore sollevò Diluvio, sua grande arma, e salì sul terrificante Carro di nome Tempesta Incontenibile. Lo aveva fornito di un tiro a quattro che vi aveva attaccato: l'Uccisore, lo Spietato, il Corto-Veloce, il Volante dalle maschelle spalancate, dai denti carichi di veleno, ammaestrati a calpestare, che non conoscevano fatica. Si fece assistere, alla destra, dai terrificanti Corpo-a-corpo e Combattimento, a sinistra, da Battaglia-che-getta-a-terra-gli-eserciti. Coperto, in guisa di sopraveste, da un'Armatura spaventosa e la sua testa circondata da un terrificante Splendore soprannaturale, dritto davanti a sè il Signore prese dunque direzione e puntò dove si trovava Tiamat infuriata. Aveva sulle labbra un Sortilegio e stringeva nel pugno una Pianta antidoto per il veleno. Mentre gli dèi giravano attorno a lui, giravano attorno a lui, gli dèì suoi padri gli erano attorno, gli dèi gli erano attorno. Avvicinatosi dunque il Signore, studiava le intenzioni di Tiamat e di Quingu, suo sposo; mirava a scoprirne i piani. Ma quando li ebbe visti la sua riflessione fu annebbiata, la volontà dissipata, sconvolta la capacità di agire! Così gli dèi, suoi alleati, quelli dalla sua parte, vedendo così il loro campione e capo, ne ebbero l'anima turbata. Su di lui Tiamat, ostinata, proferì un sortilegio e dalle sue labbra questo essere primitivo gli rivolse delle menzogne: " ... sebbene il loro signore ..., gli dèi si rivolteranno contro di tè! E' a loro vantaggio, o al tuo, che si sono riuniti?" Ma il Signore, avendo alzato Diluvio, sua grande arma, mandò questo messaggio a tiamat che faceva le moine: "Perchè ti comporti bene esteriormente, mentre il tuo cuore medita di ingaggiare combattimento? Per la tua falsità, i tuoi figli sono fuggiti e beffati i loro padri. E tu, loro genitrice, tu rifiuti ogni pietà, ti sei chiamata Quingu perchè ti serva da sposo; ti sei insediata indebitamente sul podio supremo! Contro Anshar, il vero re degli dèi, cerchi di fare male e dimostri la tua malvagità contro gli dèi miei padri! Che la tua armata si prepari, che prendano le armi e vieni ad incontrarmi, che combattiamo noi, io e te!" Avendo udito ciò, Tiamat divenne folle di rabbia e perse la testa. Si mise ad urlare, con furia, a squarciagola: in alto e in basso, da ogni parte, le sue estremità fremevano. Brontolava i suoi incantesimi, mentre gli dèi suoi combattenti affilavano loro stessi le armi. Essendosi dunque affrontati Tiamat e Marduk, il Saggio fra gli dèi, si avvinghiarono nella lotta e si unirono nel corpo a corpo! Ma il Signore, spegata la sua Rete [20], ve la avviluppò, poi lanciò contro di lei il Vento malvagio, che teneva in retrovia. E quando Tiamat ebbe aperto la bocca, per inghiottirlo, vi riversò il vento malvagio per impedirle di chiudere le labbra. Tutti i venti, con furia, le riempirono allora il ventre, così che il suo corpo fu gonfiato, la sua bocca larga aperta. Allora lanciò la sua freccia e le lacerò il torace, le divise il corpo a metà e le aprì aprì il ventre [21]. Così trionfò su di lei''»
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:«''Gli costruirono il podio regale sul quale, davanti ai suoi padri, si installò come monarca. Gli dissero: "Tu solo emergi tra i grandi dèi! Il tuo destino è inegualiato, il tuo comando sovrano! Oh Marduk, tu solo emergi tra i grandi dèi! Il tuo destino è inegualiato, il tuo comando sovrano! D'ora innanzi, irrevocabili saranno i tuoi ordini! Elevare o abbattere sarà in tuo potere! Ciò che esce dalla tua bocca si realizzerà, il tuo comando non sarà mai ingannevole! Nessuno, tra gli dèi, oltrepasserà i limiti da te fissati! E come i nostri luoghi di culto hanno bisogno di un curatore, tu avrai il tuo posto assegnato in tutti i nostri santuari! Oh Marduk, a te solo, nostro vendicatore, abbiamo conferito la regalità sulla totalità dell'Universo intero! La tua parola prevarrà quando siederai nell'Assemblea e le tue armi, infallibilmente, faranno a pezzi i tuoi nemici! Oh Signore, salva la vita di coloro che confidano in te! Ma di chiunque abbia concepito il male, versa il sangue!" Avendo allora suscitato in mezzo ad essi una costellazione unica, rivolsero queste parole a Marduk, loro rampollo: "Se il tuo destino, Signore, vale effettivamente quello degli altri dèi, ordina che avvengano sparizione e poi riapparizione! Una parola della tua bocca e che questa costellazione sparisca; e di nuovo, un ordine e che riappaia intatta!" Con una parola ordinò e la costellazione sparì; poi diede un'altro ordine e la costellazione si riformò! Quando gli dèi suoi padri ebbero constatato l'effetto di ciò che usciva dalla sua bocca, lo salutarono con entusiasmo: "Marduk solo è re!" E gli diedero, di seguito, scettro, trono e bastone reale. Poi gli conferirono l'Arma senza pari che getta a terra i nemici: "Parti dunque per tagliare la gola a Tiamat e che in venti portino il suo sangue in Segreta!" Avendo così stabilito per il Signore il suo destino, gli dèì suoi padri lo misero sulla strada del successo e della riuscita. Si preparò un'arco, che designò come sua arma; vi sistemò una freccia e ne tese la corda. Per brandire la sua Mazza d'armi, l'impugnò nella sua destra. Sospese sul suo fianco Arco e Faretra. Dispose fulmini sul suo viso e si adornò il corpo di ardenti fiamme. Confezionando una rete, al fine di avvolgervi Tiamat, radunò i Quattro venti, affinchè nulla di lei ne sfuggisse: [[Vento del Sud]], [[Vento del Nord]], [[Vento dell'Est]], [[Vento dell'Ovest]]; e questa rete se la appese al fianco; il dono di suo nonno [[An|Anu]]! Produsse ancora Venti malvagi, Tempesta, Turbine, Vento quadruplo, Vento settuplo, Vento devastatore, Vento irresistibile e, avendo dato libero sfogo a questi Venti, che aveva creato in numero di sette, essi si lanciarono di lui per sconvolgere le viscere di Tiamat. Poi il Signore sollevò Diluvio, sua grande arma, e salì sul terrificante Carro di nome Tempesta Incontenibile. Lo aveva fornito di un tiro a quattro che vi aveva attaccato: l'Uccisore, lo Spietato, il Corto-Veloce, il Volante dalle maschelle spalancate, dai denti carichi di veleno, ammaestrati a calpestare, che non conoscevano fatica. Si fece assistere, alla destra, dai terrificanti Corpo-a-corpo e Combattimento, a sinistra, da Battaglia-che-getta-a-terra-gli-eserciti. Coperto, in guisa di sopraveste, da un'Armatura spaventosa e la sua testa circondata da un terrificante Splendore soprannaturale, dritto davanti a sè il Signore prese dunque direzione e puntò dove si trovava Tiamat infuriata. Aveva sulle labbra un Sortilegio e stringeva nel pugno una Pianta antidoto per il veleno. Mentre gli dèi giravano attorno a lui, giravano attorno a lui, gli dèì suoi padri gli erano attorno, gli dèi gli erano attorno. Avvicinatosi dunque il Signore, studiava le intenzioni di Tiamat e di Quingu, suo sposo; mirava a scoprirne i piani. Ma quando li ebbe visti la sua riflessione fu annebbiata, la volontà dissipata, sconvolta la capacità di agire! Così gli dèi, suoi alleati, quelli dalla sua parte, vedendo così il loro campione e capo, ne ebbero l'anima turbata. Su di lui Tiamat, ostinata, proferì un sortilegio e dalle sue labbra questo essere primitivo gli rivolse delle menzogne: " ... sebbene il loro signore ..., gli dèi si rivolteranno contro di tè! E' a loro vantaggio, o al tuo, che si sono riuniti?" Ma il Signore, avendo alzato Diluvio, sua grande arma, mandò questo messaggio a tiamat che faceva le moine: "Perchè ti comporti bene esteriormente, mentre il tuo cuore medita di ingaggiare combattimento? Per la tua falsità, i tuoi figli sono fuggiti e beffati i loro padri. E tu, loro genitrice, tu rifiuti ogni pietà, ti sei chiamata Quingu perchè ti serva da sposo; ti sei insediata indebitamente sul podio supremo! Contro Anshar, il vero re degli dèi, cerchi di fare male e dimostri la tua malvagità contro gli dèi miei padri! Che la tua armata si prepari, che prendano le armi e vieni ad incontrarmi, che combattiamo noi, io e te!" Avendo udito ciò, Tiamat divenne folle di rabbia e perse la testa. Si mise ad urlare, con furia, a squarciagola: in alto e in basso, da ogni parte, le sue estremità fremevano. Brontolava i suoi incantesimi, mentre gli dèi suoi combattenti affilavano loro stessi le armi. Essendosi dunque affrontati Tiamat e Marduk, il Saggio fra gli dèi, si avvinghiarono nella lotta e si unirono nel corpo a corpo! Ma il Signore, spegata la sua Rete [20], ve la avviluppò, poi lanciò contro di lei il Vento malvagio, che teneva in retrovia. E quando Tiamat ebbe aperto la bocca, per inghiottirlo, vi riversò il vento malvagio per impedirle di chiudere le labbra. Tutti i venti, con furia, le riempirono allora il ventre, così che il suo corpo fu gonfiato, la sua bocca larga aperta. Allora lanciò la sua freccia e le lacerò il torace, le divise il corpo a metà e le aprì aprì il ventre [21]. Così trionfò su di lei, ponendo termine alla sua vita. Poi ne gettò a terra il cadavere e vi si mise in piedi. Quando il capitano ebbe messo Tamat a morte, le truppe di lei si dispersero, lo stato maggiore si sparpagliò, mentre gli dèi suoi alleati, quelli che stavano dalla sua parte, spaventati e tremanti, indietreggiarono e fuggirono per salvarsi la vita. Ma erano accerchiati da ogni parte, senza possibilità di fuga: li circondò dunque e bruciò le loro armi. Gettati nella rete, immobilizzati nella trappola, stretti ai fianchi, pieni di gemiti, subirono il castigo, detenuti nel carcere.''»
== Note ==
== Note ==

Versione delle 12:20, 18 mag 2009

Combattimento fra Tiāmat e Marduk.

L'Enuma Elish (in italiano Quando in alto [1]) è un poema mesopotamico che tratta il mito della creazione e le imprese del dio Marduk. Veniva recitato durante l'akītu, la festa del capodanno di Babilonia. L'opera risale probabilmente al XIII o al XII secolo a.C., al tempo della prima dinastia di Babilonia; se ne conoscono alcune versioni assire del VII secolo a.C. trovate ad Assur e a Ninive.

Il poema consta di sette tavole e, oltre a quello celebrativo, ha anche lo scopo di descrivere una cosmogonia. L’autore quindi parte dal tempo dei primordi, da prima dell’origine del tutto, come accade in Genesi.

Probabilmente, accanto alla versione “canonica”, presso i babilonesi esistevano altre versioni di questo mito, soprattutto se si pensa alla consuetudine di trasmettere oralmente la cultura (le tavolette cuneiformi erano un lusso, riservato agli archivi di stato e a pochi ricchissimi, e la scrittura cuneiforme non era poi così diffusa, perché molto difficile da apprendere). Dell’autore nulla sappiamo, perché presso i babilonesi non si teneva conto della paternità delle opere letterarie di nessun tipo. L’epoca di composizione è fissato dagli studiosi verosimilmente al tempo della prima dinastia di Babele, ma non vi sono riferimenti certi: altri ad esempio la collocano nell’ottavo secolo, al tempo del re assiro Tiglatpileser III, che dominò anche su Babilonia, e individuano l’autore in un assiro e non in un babilonese.

Sino a noi sono giunte quattro redazioni del poema: una neobabilonese, una neoassira (dalla biblioteca di Assurbanipal a Ninive) e una assira più antica, ai tempi in cui fioriva la capitale Assur, e infine una prebabilonese, di cui si conosce solo un piccolo frammento rinvenuto negli scavi di Kish. Ma anche i frammenti più antichi, di epoca prebabilonese, non possono comunque essere più antichi del regno di Hammurabi (1955 – 1913), periodo storico nel quale Marduk fu proclamato dio nazionale. E’ certo in ogni caso che il poema fu modellato su un racconto dedicato a Enlil, il dio della terra, il più potente prima di Marduk. La struttura e lo stile mostrano caratteri di forte unitarietà, e da qui vien da congetturare che l’opera sia stata scritta da un solo scriba. Molti racconti circolavano in Babilonia, intorno all’origine del mondo, la comparsa degli dei, degli animali, dell’uomo, le lotte primordiali fra i principi del bene e del male simboleggiato da mostri terribili. L’autore dell’Enuma Elish aveva quindi molto materiale da rielaborare. Il poema si chiude, al settimo canto, con un inno ai 50 nomi di Marduk, ed è questo un elemento che rafforza l’ipotesi che esso sia una rielaborazione del poema dedicato a Enlil: infatti il numero 50 era sacro a questo dio.

Riassumendo, la trama delle Enuma Elish è la seguente: Abzu e Tiamat, personificazioni divine delle acque dolci e delle acque salate, si mescolarono dando origine a nuovi dei che, a loro volta, ne generarono altri. Questi giovani disturbavano il sonno di Apsû che decise di ucciderli, contro il parere di Tiāmat, ma venne invece ucciso da uno di loro, Ea/Enki. Tiāmat, irata per il destino del suo sposo, mosse guerra agli altri dei alleandosi con il mostro Kingu e con altre divinità; soltanto Marduk, figlio di Ea/Enki, osò affrontarla, chiedendo in cambio di diventare re di tutti gli dei, e la uccise con una freccia. Poi ne tagliò in due il corpo: una parte diede origine al cielo e l'altra alla terra. Con il sangue di Kingu formò gli uomini perché servissero gli dei.

Indice

Testo del Poema

Tavolette 'Quando i cieli sopra'. Scritte come l'originale e controllate. Tavolette di Nabu-balatsu-iqbi figlio di of Na'id-marduk. Mano di Nabu-balatsu-iqbi figlio di Na'id-marduk.

Prima tavoletta

«Quando in alto il cielo non aveva ancora un nome nè in basso la terra era chiamata per nome, Apsu, il primo [2], il loro generatore (del cielo e della terra) e madre Tiamat, che generò tutti loro, mescolavano insieme le loro acque, nè banchi di canne vi erano ancora raggruppati, nè ha scoperto letti di canna [3]; quando ancora nessun dio si era manifestato, nè i loro nomi pronunziati, nè i destini decretati, allora in Apsu-Tiamat alcuni dèi furono creati. Lahmu (e) Lahamu emersero, i loro nomi pronunciati. Prima che fossero maturati e formati pienamente, nacquero Anshar e Kishar, superiori a loro [4]. Quando ebbero prolungato i propri giorni, moltiplicati i propri anni, Anu fu il loro figlio primogenito e divenne simile ai suoi genitori: come Anshar aveva fatto simile a lui Anu, suo rampollo, Anu ugualmente ha generato Nudimmud a sua somiglianza. Egli, Nudimmud, era superiore ai suoi antenati: profondo di comprensione, era saggio, era molto forte con le armi. Più possente da lontano del creatore di suo padre Anshar, non aveva nessun concorrente fra gli dèi i suoi pari [5]. Gli dei di quella generazione si misero insieme e il riverbero del loro clamore disturbò Tiamat. Fecero sussultare la pancia di Tiamat, con i loro svaghi turbarono l'interno della sua dimora divina. Apsu non poteva reprimere il loro rumore e tuttavia Tiamat rimase impassibile davanti a loro; comunque i loro maneggi le erano sgraditi, ma lei fu indulgente con loro per la loro condotta biasimevole [6]. Finalmente Apsu, generatore dei grandi dèi [7], ha chiamato fuori indirizzando il suo Mummu: "Oh Mummu, tu, mio paggio che mi appaghi l'anima! Vieni, andiamo a trovare Tiamat!" Quindi se ne andarono, sedettero di fronte a Tiamat e discussero gli affari riguardanti gli dei loro figli. Apsu fece sentire la sua voce e parlò a Tiamat con voce forte: "Le loro vie sono divenute molto angosciose a me, di giorno non posso riposare, la notte non posso dormire. Abolirò le loro vie e li disperderò! Affinchè sia ristabilito il silenzio, così che possiamo dormire." Quando Tiamat sentì questo, era furiosa e ha gridato al suo sposo; ha gridato orrendamente ed era accanto a lui con ira, perchè le aveva insinuato del male nell'animo: "Come possiamo permettere di far perire quello che noi stessi abbiamo creato? Sebbene le loro vie sono così angosciose, dovremo sopportare essi pazientemente." Mummu allora parlò e consigliò Apsu, il paggio non era d'accordo col consiglio di sua madre: "O padre, metti una fine alle loro vie fastidiose, così che possiamo permetterci di riposare di giorno e dormire di notte." Così Apsu si è compiaciuto con lui, la sua faccia illuminata divenne corrucciata per gli dèi suoi figli. Mummu si sedette sul suo grembo e Apsu l'abbracciò. Ora, tutto ciò che avevano tramato tra di loro fu riferito agli dèi loro figli. Gli dèi ascoltarono e si agitarono; poi, abbattuti e zitti, si sedettero muti. Superiore in comprensione, saggio e capace, Ea che tutto comprende intuì il loro piano. Contro i progetti di Apsu progettò e dispose un piano d'insieme: adottò contro di lui il suo puro incantesimo, che era superbo. Ielo recitò e, con un filtro, lo fece riposare. Ha versato sonno su lui così che dormiva sonoramente, ha messo Apsu a dormire, l'ha inzuppato con il sonno. Mummu il consigliere era in uno stato di stordimento e non stava in guardia. Egli (Ea) quindi ha slegato la sua cintura, ha messo via la sua corona, ha preso il suo manto di radianza e l'ha messo su di sè. Abbattè Apsu e lo uccise; legò Mummu e sbarrò su di lui la porta. Installò la sua abitazione sulla cima di Apsu e, afferrato Mummu, l'ha legato ad una corda [8]. Quando quando ebbe immobilizzato ed ucciso questi malvagi, Ea ebbe riportato il suo trionfo sopra i suoi nemici. Allora riposò molto quietamente dentro i suoi alloggi privati e li chiamò Palazzo Apsu; vi creò cappelle (sale da cerimonia [9]) e vi stabilì la sua residenza ed Ea e la sua sposa Damkina abitarono nello splendore. Nella camera di destini, sala dei disegni, fu procreato il più intelligente degli dèi, il più saggio degli dei, il signore degli dèi. E dentro l'Apsu, Marduk è stato creato; dentro il puro Apsu, Marduk è nato [10]. Ea suo padre l'ha creato, Damkina sua madre l'ha fatto nascere. Egli fu allattato ai capezzoli di dee; la levatrice lo ha riempito di meraviglie. La sua natura era orgogliosa, penetrante il suo sguardo fisso, il suo sguardo fulminante, era potente sin dalla partenza. Anu il generatore di suo padre lo vide e fu allietato, radioso; il suo cuore si riempì di gioia. L'ha fatto così perfetto che la sua divinità è stata raddoppiata. Elevato lontano sopra gli altri dèi (gli Anunnaki), era superiore in ogni via [11]. I suoi lembi erano ingegnosamente fatti oltre ogni comprensione, impossibili da capire, troppo difficili da percepire. Quattro erano i suoi occhi, quattro erano i suoi orecchi [12]; quando le sue labbra si mossero, il fuoco è arso avanti. I quattro orecchi erano enormi e similmente gli occhi; percepivano ogni cosa. Più alto fra gli dei, la sua forma era notevole. I suoi lembi erano molto lunghi, la sua altezza (?) notevole. Anu piange fuori: "Mio figlio è un'Utu, mio figlio è un Sole, il vero Sole degli dèi!" Vestito nel manto raggiante dei dieci dèi, porta alto sopra la sua testa cinque (cinquanta?) raggi terribili raggruppati sopra lui. Anu allora creò i quattro venti e ha dato loro nascita, li mise nella mano di Marduk: "Figlio mio, lasciali giocare! [13]" Ha forgiato la polvere ed fatto un forte vento che la porta; ha provocato l'onda che ha disturbato Tiamat, Tiamat è stata svegliata e il cielo fu agitato giorno e notte. Gli dei, incapaci di riposare, hanno dovuto sopportare i colpi del vento. Hanno quindi ordito del male nei loro cuori e si sono rivolti a Tiamat la loro madre, dicendo: "Quando hanno ucciso Apsu tuo marito, non sei stata dalla sua parte lato ma hai seduto muta ed ora, avendo Anu creato i quattro venti terribili, le tue viscere sono state fortemente disturbate e noi non possiamo più dormire! Non è più in te il tuo amoroso Apsu, nè Mummu che è stato catturato: nessuno si meraviglia che siedi sola! Non sei tu nostra madre? Tu sei agitata dallo sforzo ma chi di noi, chi può riposare? Tu dunque non ci ami più? La nostra presa è allentata, e i nostri occhi sono incavati. Liberaci da questo giogo senza riposo e lasciaci dormire! Alzati in piedi contro di loro (i venti [14]) e vendicati! Conquista il nemico e riducilo a niente!" Tiamat ascoltò e questo discorso le piacque: "Già che abbiamo deciso insieme, creiamo tempeste! Gli dèi in lui (Apsu) saranno disturbati, perchè hanno adottato la cattiveria per gli dèi che li hanno generati. Si sono accalcati attorno e correvano accanto a Tiamat. Essi erano fieri, intriganti e inquieti notte e giorno. Lavoravano per la guerra, ringhiosi e furiosi [15]. Sono convenuti a un consiglio e hanno creato un conflitto. Madre Hubur, che modella tutte le cose, quindi creò un'arma irresistibile: mise al mondo serpenti giganti, dai denti affilati e aguzzi. Riempì loro corpi con veleno invece di sangue. Lei ha coperto i dragoni feroci con un mantello dotato di terribili raggi e fatto loro divini: "Chiunque li guarderà crollerà in terrore assoluto! Non arretreranno mai!" Ella ha creato un serpente cornuto, un dragone formidabile ed un mostro marino, un leone colossale, un molosso rabbioso, un uomo-scorpione, un mostro aggressivo, un uomo-pesce e un bisonte gigantesco. Tutti portavano armi spietate, senza paura in battaglia. I suoi ordini erano così potenti, che non avrebbero potuto essere vinti. In più ella ne ha creato undici così. Quindi gli dèi suoi discendenti tennero consiglio con lei ed ella esaltò Qingu, conferendogli il rango più alto tra loro, il comando dell'esercito, la direzione del consiglio di guerra, il compito dell'arruolamento, la condotta della battaglia. Ed ella lo mise sul trono: "Io ho gettato l'incantesimo per te e ti ho fatto il più grande dell'assemblea degli dèi! Io ti ho messo al potere al di sopra tutti gli dei! Tu sarai il più grande, te solo sarai il mio amante! I tuoi comandi prevarranno sempre sopra tutti gli Anunnaki!" Allora gli ha dato le Tavolette dei Destini e lo ha messo stretto alla sua mammella: "La tua espressione non sarà alterata mai! La tua parola sarà legge!" Quando Qingu è stato promosso e ricevette il potere di Anu e aveva decretato destini per gli dèi suoi figli, ella disse: "Quello che scaturisce dalla tua bocca estinguerà il Fuoco! Il vostro veleno (dei mostri) accumulato paralizzerà il potente!"

Seconda tavoletta

«Tiamat, avendo dunque aizzato la sua progenie, riunì le truppe per la battaglia contro gli dèi, sua discendenza! Ormai più di Abzu, Tiamat si mostrò malvagia! Fu spiegato ad Ea che ella bardava le sue milizie. Quando dunque Ea apprese questo fatto, inizialmente senza muoversi, attonito, rimase sbalordito. Ma, dopo aver riflettuto e calmata le sua rabbia, andò di persona davanti a suo nonno, Anshar. Giunto in presenza di Anshar, padre del suo progenitore, ripetè, anche lui, tutto ciò che Tiamat aveva ordito: "Padre mio, Tiamat, nostra genitrice, ci ha preso in odio. Avendo tenuto consiglio, freme con furia e i suoi dèi, al completo, la circondano: anche tra quelli che voi avete creato, alcuni sono passati dalla sua parte! In piedi in cerchio intorno a Tiamat, furibondi, complottano senza sosta, notte e giorno, aizzandosi al combattimento. Battendo i piedi, arrabbiati, hanno tenuto un consiglio per programmare la guerra. La Madre-abisso, che tutto ha formato, ha preparato armi irresistibili: ha messo al mondo dragoni giganti dai denti aguzzi, dalle fauci spietate, a cui a riempito il corpo di veleno al posto del sangue; e (ha messo al mondo) leviatani feroci, a cui ha dato aspetto spaventoso e (li ha) circonfusi di uno splendore soprannaturale, equiparandoli così agli dèi: "Chi li veda (ha detto) perda i sensi! E che una volta lanciati non indietreggino mai!" Ha creato ancora Idre, Dragoni formidabili, Mostri marini, Leoni colossali, Molossi rabbiosi, Uomini-scorpioni, Mostri aggressivi, Uomini-pesci, Bisonti giganteschi: brandenti tutti armi spietate e senza tema del combattimento; i loro poteri delegati, smisurati, ed essi, irresistibili! In verità, quegli undici erano proprio tali gli ha fatti! Dopo di che, tra gli dèi suoi rampolli, che avevano tenuto consiglio con lei, ha esaltato Quingu, conferendogli il rango più alto tra loro: il comando dell'armata, la direzione del consiglio di guerra, il compito dell'arruolamento, la condotta in battaglia, l'autorità sui combattenti. Ha affidato tutto ciò nelle sue mani e l'ha insediato sul trono d'onore, dicendo: "Ho proferito per te la formula e ti ho reso superiore nell'Assemblea degli dèi; ti ho offerto il principato su tutti loro! Sii il più grande! Sii il mio unico sposo! Che si esalti il tuo nome su tutti gli Anunnaki!" E gli ha rimesso la Tavoletta dei destini, che ha fissato sul suo petto: "Che il tuo ordine sia irrefocabile! Che la tua parola si realizzi!" Quingu così esaltato e posto in possesso della supremazia, per gli dèi suoi figli, ella ha stabilito questo destino: "Aprendo soltanto la bocca, spegnete il fuoco! Che il vostro veleno concentrato faccia cadere la tirannide!" Quando Anshar ebbe appreso questo fatto molto inquietante, si battè la coscia e si morse le labbra: la sua anima era a disagio e lo spirito inquieto. Ma alla vista di Ea, suo rampollo, le sue recriminazioni scomparvero: "Tu stesso (gli disse) sii l'avversario nel combattimento: sostieni l'urto dell'azione che condurà contro di te. Tu hai incatenati Mummu, tu hai messo Apsu a morte: di Tiamat arrabbiata, dove trovare migliore antagonista? Non sei tu l'oracolo della saggezza, il consigliere degli dèi, Nudimmud? ... Allora Ea aprì la bocca: "Oh spirito profondo, che arresti il destino, che solo hai il potere di creare e di annientare! Anshar, spirito profondo, che arresti il destino, che solo hai il potere di creare e di annientare, l'ordine che mi hai dato, noi lo (eseguiremo) sul campo. ... Quando Anshar ebbe udito questo discorso, gli piacque. D'accordo con lui disse Ea: "La tua anima ... in festa. Il comportamento sconveniente di Tiamat deve essere castigato. Ingaggia dunque il combattimento contro Tiamat ... Ea se ne andò dunque cercando di scoprire i piani di Tiamat. Ma ... tornò indietro. E non ha così potuto essere il vendicatore degli dèì. Essendo andato a trovare Anshar, si rivolse a lui: ... Anshar rivolse dunque queste parole ad Anu, suo figlio: "Anu, ecco l'arma soprannaturale dei campioni: il suo potere è prodigioso, irresistibile è il suo attacco! Và dunque, tu stesso, a pararti davanti a Tiamat affinchè la sua anima sia placata e il suo cuore allargato, ma se lei non vuole ascoltare le tue parole, scongiurala con un sortilegio, si placherà!" Dopo che ebbe udito l'invito di suo padre Anshar, Anu prese la strada verso lei, verso di lei diresse i suoi passi. Anu se ne andò: ma quando ebbe compreso il piano di Tiamat, gli venne paura e tornò indietro. Essendo allora andato a trovare Anshar, suo padre e procreatore, egli si rivolse a lui: " ... Ella ha posato la sua mano su di me!" Anshar, colpito, guardava verso terra. Scuotendo la testa, rivogeva cenni ad Ea. Ora, gli Igigi si trovavano radunati, con gli Anunnaki al completo; le loro labbra erano chiuse, rimanevano muti. Non un dio voleva offrirsi ... nè uscire ... ad affrontare Tiamat. Il padre dei grandi dèi, Anshar, era ... . Allora il benevolente, il protettore universale, il delfino potente, il vendicatore dei suoi padri, Marduk, il campione, impaziente di combattere, Ea, avendolo chiamato nel suo ritiro, gli spiegò il piano elaborato dal suo cuore: "Marduk, ascolta il consiglio di tuo padre, tu, figlio mio, che gli diletti l'anima! Incontro ad Anshar avvicinati, ben vicino; annunciati, resta in piedi: al vederti sarà rilassato!" Il signore (Marduk) si rallegrò alle parole di suo padre. E, avvicinatosi, si portò di fronte ad Anshar. Anshar lo vide e se ne rallegrò. Marduk baciò le sue labbra e allontanò la sua ansietà: "Padre, non chiudere, ma apri le tue labbra: io parto per realizzare quello che tu vuoi! Anshar, non chiudere, ma apri le tue labbra: io parto per realizzare quello che tu vuoi! Quale maschio, fin qui, ha intrapreso la lotta contro di te?" (Anshar:) "Mia figlia, Tiamat, donna, avanzerà contro di me armata!" (Marduk:) "Padre mio e progenitore, rallegrati e sii felice: vai subito a calpestare di persona la nuca di Tiamat! Anshar, padre mio e progenitore, rallegrati e sii felice: vai subito a calpestare di persona la nuca di Tiamat!" (Anshar:) "Parti dunque, figlio mio, esperto in tanta saggezza! Placa Tiamat con il tuo sortilegio augusto! Fà avanzare in fretta il carro da guerra delle tempeste! Ma se non cede all'attacco, torna indietro!" Il signore (Marduk) si rallegrò del discorso di suo padre e, con il cuore in festa, dichiarò a quest'ultimo: "Signore degli dèi, che fissi il destino dei grandi dèi, se io vi devo vendicare, sbaragliare Tiamat, per salvarvi, tenete consiglio e proclamate per me un destino trascendente! Nella sala delle deliberazioni, sedete lietamente insieme e fate sì che, con una parola, in vorsta vece, io fissi i destini: che nulla sia mutato di ciò che io disporrò. E che ogni ordine proferito dalle mie labbra rimanga irreversibile e irrevocabile!"

Terza tavoletta

«Anshar allora aprì la bocca e rivolse queste parole a Kaka, suo paggio: "Kaka, paggio mio, che mi rallegri l'anima, dopo i Lahmu e Lahamu io ti delego, tu, che sai ben giudicare e che puoi discorrere! Fà venire davanti a me gli dèi miei padri: che mi si porti anche gli dèi al gran completo, tengano consiglio, prendano parte al banchetto, mangino il loro pane, bevano la loro birra, stabiliscano il destino di Marduk, loro vendicatore! Và, parti, Kaka e davanti ad essi, in piedi, ripeti loro tutto quello che ti ho detto qui: "Vostro figlio Anshar mi ha incaricato di esporvi nei particolari ciò che gli detta il suo cuore: Tiamat, nostra progenitrice, ci ha presi in odio, avendo tenuto consiglio freme, con furia, e i suoi dèi, al completo, la circondano: anche alcuni tra quelli che voi avete creato hanno scelto di stare dalla sua parte! In piedi, in cerchio intorno a Tiamat, furibondi, complottano senza tregua [16], notte e giorno, incitandosi al combattimento, battendo i piedi, infuriati, hanno tenuto un consiglio per programmare la guerra. La madre-abisso, che tutto ha formato [17], ha preparato armi irresistibili: ha messo al mondo dragoni giganti dai denti aguzzi, dalle zanne spietate, a cui ha riempito il corpo di veleno al posto del sangue; e leviatani feroci, a cui ha dato aspetto spaventoso e circonfusi di splendore soprannaturale, equiparandoli così agli dèi; Chi li vede (ha detto Tiamat) perda i sensi! E che una volta lanciati, non indietreggino mai! Ha creato ancora Idre, dragoni formidabili, mostri marini, leoni colossali, molossi rabbiosi, uomini scorpioni, mostri aggressivi, uomini-pesci, bisonti giganteschi: tutti brandenti armi spietate e senza tema di combattimento. Dai poteri delegati smisurati ed essi irresistibili! In verità, quegli undici [18], erano proprio tali quali li aveva creati! Dopo di che, tra gli dèi suoi rampolli che avevano tenuto consiglio con lei, ha esaltato Quingu, conferendogli tra loro il rango più elevato: il comando dell'armata, la direzione del consiglio di guerra, il compito dell'arruolamento, la condotta in battaglia, l'autorità sui combattenti. Ha affidato tutto ciò nelle sue mani e l'ha insediato sul trono d'onore (dicendo): "Ho proferito per te la formula e ti ho reso superiore all'assemblea degli dèi! Ti ho offerto il principato su tutti loro! Sii il più grande! Sii il mio unico sposo [19]! Che si esalti il tuo nome su tutti gli Anunnaki!" Egli ha rimesso la Tavoletta dei destini, che ha fissato sul suo petto (ha detto): "Che irrevocabile sia il tuo ordine! Che la tua parola si realizzi!" Quingu così esaltato e posto in possesso della supremazia, per gli dèi suoi figli ella ha stabilito questo destino: "Aprendo soltanto la bocca, spegnete il fuoco! Che il vostro veleno concentrato faccia cadere la tirannia!" Ho inviato Anu, ma non ha potuto tenerle testa; Nudimmud, spaventato, è tornato indietro! Allora, Marduk si è offerto, il saggio fra gli dèi, vostro figlio: il suo coraggio lo spinge ad andare ad affrontare Tiamat. Ma proprio a me ha espressamente dichiarato: "Se io vi devo vendicare, sbaragliare Tiamat per salvarvi tenete consiglio, proclamate per me un destino trascendente! Nella sala delle deliberazioni, sedete allegramente insieme e fatesì che, con una parola, in vostra vece, io fissi i destini, che nulla si muti di ciò che io disporrò e che ogni ordine proferito dalle mie labbra resti irreversibile, irrevocabile!" Kaka partì e diresse i suoi passi verso i Lahmu e Lahamu, gli dèi suoi padri, davanti a loro si inchinò e baciò la terra; poi si alzò e, in piedi, si rivolse loro: "Vostro figlio Anshar mi ha incaricato di esporvi nei particolari ciò che vi invia il suo cuore: "Tiamat, nostra genitrice, ci ha preso in odio. Avendo tenuto consiglio, freme con furia e i suoi dèi, al completo, la circondano; anche alcuni che voi avete creato sono passati dalla sua parte! In piedi, in cerchio intorno a Tiamat, furibondi, complottano senza tregua, notte e giorno, incitandosi al combattimento, battendo i piedi, infuriati, hanno tenuto un consiglio per decidere la guerra; la madre-abisso, che tutto aveva formato, ha preparato armi irresistibili: ha messo al mondo dragoni giganti dai denti aguzzi, dalle zanne spietate, a cui ha riempito il corpo di veleno al posto del sangue, leviatani feroci a cui ha dato un aspetto spaventoso e circonfusi di splendore soprannaturale, equiparandoli così agli dèi: chi li vede (ha detto) perda i sensi! E che una volta lanciati non indietreggino (mai)! Ha creato ancora Idre, Dragoni formidabili, Mostri marini, Leoni colossali, Molossi rabbiosi, Uomini-scorpione, Mostri aggressivi, Uomini-pesce, Bisonti giganteschi, tutti brandenti armi spietate e semza tema del combattimento, dai poteri delegati smisurati ed essi irresistibili! In verità, quegli undici erano proprio tali quali li aveva creati! Dopo di che, tra gli dèi suoi rampolli, che avevano tenuto consiglio con lei, ha esaltato Quingu, conferendogli tra loro il rango più elevato: il comando dell'armata, la direzione del consiglio di guerra, il compito dell'arruolamento, la condotta della battaglia, l'autorità sui combattenti. Ha affidato tutto ciò nelle sue mani e l'ha insediato sul trono d'onore dicendo: "Ho proferito per te la formula e ti ho reso superiore all'assemblea degli dèi! Ti ho offerto il principato su tutti loro! Sii il più grande! Sii il mio unico sposo! Che si esalti il tuo nome su tutti gli Anunnaki!" Egli ha rimesso la tavoletta dei destini che ha fissato sul suo petto; ha detto: "Che irrevocabile sia il tuo ordine! Che la tua parola si realizzi!" Quingu così esaltato e posto in possesso della supremazia, per gli dèi suoi figli, ella ha stabilito questo destino: "Aprendo soltanto la bocca spegnete il fuoco! Che il vostro veleno concentrato faccia cadere la tirannia! Ho inviato Anu, ma non ha potuto tenerle testa; Nuddimmud è tornato indietro spaventato! Allora si è offerto Marduk, il saggio fra gli dèi, vostro figlio. Il suo coraggio lo spinge ad andare ad affrontare Tiamat. Ma proprio a me ha espressamente dichiarato: "Se io devo vendicarvi, sbaragliare Tiamat per salvarvi, tenete consiglio e proclamate per me un destino trascendente! Nella sala delle deliberazioni sedete lietamente insieme e fate si che, con una parola, in vostra vece, io fissi i destini. Che nulla sia cambiato di ciò che io disporrò e che ogni ordine proferito dalle mie labbra resti irreversibile, irrevocabile!" Affrettatevi dunque a venire per stabilire senza indugio il vostro destino, perchè vada ad affrontare la vostra potente nemica!" Quando Lahmu e Lahamu ebbero udito ciò lanciarono alte grida e tutti gli Igigi esclamarono con asprezza: "Che cosa abbiamo fatto di ostile perchè abbia preso con noi tale decisione? Non conosciamo, noi altri, gli intrighi di Tiamat!" E corsero a frotte per andar vicino ad Anshar. Tutti i grandi dèi che fissano i destini, giunti in presenza di Anshar, si riempirono di gioia e si abbracciarono l'un l'altro. Nella loro assemblea plenaria tennero consiglio e presero parte al banchetto; mangiarono il loro pane e bevvero la loro birra; di dolce bevanda inebriante riempirono le loro cannucce per bere, sorbendo così la bevanda inebriante, si sentirono il corpo rilassato. Senza la minima preoccupazione la loro anima era in allegria. Così stabilirono il destino per Marduk, loro vendicatore.»

Quarta tavoletta

«Gli costruirono il podio regale sul quale, davanti ai suoi padri, si installò come monarca. Gli dissero: "Tu solo emergi tra i grandi dèi! Il tuo destino è inegualiato, il tuo comando sovrano! Oh Marduk, tu solo emergi tra i grandi dèi! Il tuo destino è inegualiato, il tuo comando sovrano! D'ora innanzi, irrevocabili saranno i tuoi ordini! Elevare o abbattere sarà in tuo potere! Ciò che esce dalla tua bocca si realizzerà, il tuo comando non sarà mai ingannevole! Nessuno, tra gli dèi, oltrepasserà i limiti da te fissati! E come i nostri luoghi di culto hanno bisogno di un curatore, tu avrai il tuo posto assegnato in tutti i nostri santuari! Oh Marduk, a te solo, nostro vendicatore, abbiamo conferito la regalità sulla totalità dell'Universo intero! La tua parola prevarrà quando siederai nell'Assemblea e le tue armi, infallibilmente, faranno a pezzi i tuoi nemici! Oh Signore, salva la vita di coloro che confidano in te! Ma di chiunque abbia concepito il male, versa il sangue!" Avendo allora suscitato in mezzo ad essi una costellazione unica, rivolsero queste parole a Marduk, loro rampollo: "Se il tuo destino, Signore, vale effettivamente quello degli altri dèi, ordina che avvengano sparizione e poi riapparizione! Una parola della tua bocca e che questa costellazione sparisca; e di nuovo, un ordine e che riappaia intatta!" Con una parola ordinò e la costellazione sparì; poi diede un'altro ordine e la costellazione si riformò! Quando gli dèi suoi padri ebbero constatato l'effetto di ciò che usciva dalla sua bocca, lo salutarono con entusiasmo: "Marduk solo è re!" E gli diedero, di seguito, scettro, trono e bastone reale. Poi gli conferirono l'Arma senza pari che getta a terra i nemici: "Parti dunque per tagliare la gola a Tiamat e che in venti portino il suo sangue in Segreta!" Avendo così stabilito per il Signore il suo destino, gli dèì suoi padri lo misero sulla strada del successo e della riuscita. Si preparò un'arco, che designò come sua arma; vi sistemò una freccia e ne tese la corda. Per brandire la sua Mazza d'armi, l'impugnò nella sua destra. Sospese sul suo fianco Arco e Faretra. Dispose fulmini sul suo viso e si adornò il corpo di ardenti fiamme. Confezionando una rete, al fine di avvolgervi Tiamat, radunò i Quattro venti, affinchè nulla di lei ne sfuggisse: Vento del Sud, Vento del Nord, Vento dell'Est, Vento dell'Ovest; e questa rete se la appese al fianco; il dono di suo nonno Anu! Produsse ancora Venti malvagi, Tempesta, Turbine, Vento quadruplo, Vento settuplo, Vento devastatore, Vento irresistibile e, avendo dato libero sfogo a questi Venti, che aveva creato in numero di sette, essi si lanciarono di lui per sconvolgere le viscere di Tiamat. Poi il Signore sollevò Diluvio, sua grande arma, e salì sul terrificante Carro di nome Tempesta Incontenibile. Lo aveva fornito di un tiro a quattro che vi aveva attaccato: l'Uccisore, lo Spietato, il Corto-Veloce, il Volante dalle maschelle spalancate, dai denti carichi di veleno, ammaestrati a calpestare, che non conoscevano fatica. Si fece assistere, alla destra, dai terrificanti Corpo-a-corpo e Combattimento, a sinistra, da Battaglia-che-getta-a-terra-gli-eserciti. Coperto, in guisa di sopraveste, da un'Armatura spaventosa e la sua testa circondata da un terrificante Splendore soprannaturale, dritto davanti a sè il Signore prese dunque direzione e puntò dove si trovava Tiamat infuriata. Aveva sulle labbra un Sortilegio e stringeva nel pugno una Pianta antidoto per il veleno. Mentre gli dèi giravano attorno a lui, giravano attorno a lui, gli dèì suoi padri gli erano attorno, gli dèi gli erano attorno. Avvicinatosi dunque il Signore, studiava le intenzioni di Tiamat e di Quingu, suo sposo; mirava a scoprirne i piani. Ma quando li ebbe visti la sua riflessione fu annebbiata, la volontà dissipata, sconvolta la capacità di agire! Così gli dèi, suoi alleati, quelli dalla sua parte, vedendo così il loro campione e capo, ne ebbero l'anima turbata. Su di lui Tiamat, ostinata, proferì un sortilegio e dalle sue labbra questo essere primitivo gli rivolse delle menzogne: " ... sebbene il loro signore ..., gli dèi si rivolteranno contro di tè! E' a loro vantaggio, o al tuo, che si sono riuniti?" Ma il Signore, avendo alzato Diluvio, sua grande arma, mandò questo messaggio a tiamat che faceva le moine: "Perchè ti comporti bene esteriormente, mentre il tuo cuore medita di ingaggiare combattimento? Per la tua falsità, i tuoi figli sono fuggiti e beffati i loro padri. E tu, loro genitrice, tu rifiuti ogni pietà, ti sei chiamata Quingu perchè ti serva da sposo; ti sei insediata indebitamente sul podio supremo! Contro Anshar, il vero re degli dèi, cerchi di fare male e dimostri la tua malvagità contro gli dèi miei padri! Che la tua armata si prepari, che prendano le armi e vieni ad incontrarmi, che combattiamo noi, io e te!" Avendo udito ciò, Tiamat divenne folle di rabbia e perse la testa. Si mise ad urlare, con furia, a squarciagola: in alto e in basso, da ogni parte, le sue estremità fremevano. Brontolava i suoi incantesimi, mentre gli dèi suoi combattenti affilavano loro stessi le armi. Essendosi dunque affrontati Tiamat e Marduk, il Saggio fra gli dèi, si avvinghiarono nella lotta e si unirono nel corpo a corpo! Ma il Signore, spegata la sua Rete [20], ve la avviluppò, poi lanciò contro di lei il Vento malvagio, che teneva in retrovia. E quando Tiamat ebbe aperto la bocca, per inghiottirlo, vi riversò il vento malvagio per impedirle di chiudere le labbra. Tutti i venti, con furia, le riempirono allora il ventre, così che il suo corpo fu gonfiato, la sua bocca larga aperta. Allora lanciò la sua freccia e le lacerò il torace, le divise il corpo a metà e le aprì aprì il ventre [21]. Così trionfò su di lei, ponendo termine alla sua vita. Poi ne gettò a terra il cadavere e vi si mise in piedi. Quando il capitano ebbe messo Tamat a morte, le truppe di lei si dispersero, lo stato maggiore si sparpagliò, mentre gli dèi suoi alleati, quelli che stavano dalla sua parte, spaventati e tremanti, indietreggiarono e fuggirono per salvarsi la vita. Ma erano accerchiati da ogni parte, senza possibilità di fuga: li circondò dunque e bruciò le loro armi. Gettati nella rete, immobilizzati nella trappola, stretti ai fianchi, pieni di gemiti, subirono il castigo, detenuti nel carcere.»

Note

1^ Dal nome delle prime due parole di apertura del poema.

2^ Il primo del Sistema Solare, in quanto Apsu indicava il Sole, centrale e primo del nostro sistema stellare (che era indicato probabilmente dal termine "cielo").

3^ Il riferimento alle canne è importante, in quanto la prima colonia aliena di Enki sulla Terra fu ad Eridu, nei canneti paludosi della mesopotamia meridionale, di fronte al Golfo Persico.

4^ Il fatto che Anshar e Kishar sono definiti superiori a Lahmu e Lahamu, conferma la traduzione di Zecharia Sitchin che indica in questo testo sumerico che i pianeti Saturno e Giove sono più grandi di Marte e Venere.

5^ Nell'interpretazione "astronomica" di Zecharia Sitchin, Anu e Nudimmud erano pari ad Anshar in quanto Urano e Nettuno erano pianeti gassosi come Saturno.

6^ Nell'interpretazione "astronomica" di Zecharia Sitchin, i pianeti citati del Sistema Solare orbitavano vicino al pianeta Tiamat, modificandone l'orbita, ma senza riuscire a farla uscire perennemente da essa e senza collidere con lei (vedi la Battaglia Celeste, testo sumerico sulla teoria dell'impatto gigante).

7^ Nell'interpretazione "astronomica" di Zecharia Sitchin, il fatto riportato che Apsu generò gli altri dèi indica che il Sole generò i pianeti del Sistema Solare (vedi la creazione planetaria dal disco di accrescimento che si divide in stella principale e pianeti).

8^ Continuando con la linea dell'interpretazione astronomica, il rapporto Apsu-Mummu sembra la descrizione metaforica di un Sistema binario quale evidentemente era una volta il Sole, degenerato poi in un sistema ad una sola stella (per fusione delle due).

9^ Qui il testo sembra essere passato alla descrizione della edificazione di Eridu, prima colonia aliena degli Anunnaki installata sulla Terra dal gruppo di astronauti-coloni Enki, Ulmash, Ningirsig, Mushdammu, Guru, Engur, Enbilulu, Enursag, Kulla e Enkimdu (vedi livello XVI degli scavi di Eridu).

10^ Qui il riferimento è doppio: sia alla figura storica di Marduk figlio di Enki, sia al pianeta Marduk (o Nibiru o Pianeta X, patria degli Anunnaki).

11^ Nel senso astronomico può alludere alla lunghissima orbita di Marduk-Nibiru rispetto a quella degli altri pianeti del Sistema Solare.

12^ Nel senso astronomico è forse un'allusione alle lune di Marduk-Nibiru (chiamate i sette Venti) ed ai suoi anelli.

13^ Forse 4 delle 7 lune di Marduk-Nibiru provenivano da Urano (indicato da Anu nel testo).

14^ Qui si tratta evidentemente delle influenze gravitazionali e del rischio collisione tra il pianeta Tiamat e 4 lune di Marduk-Nibiru.

15^ I pianeti del Sistema Solare primigenio, resi instabili da Tiamat e Marduk-Nibiru, si muovevano caoticamente attorno al Sole (Apsu), senza seguire le usuali orbite ellittiche (il movimento caotico è assolutamente possibile nel campo gravitazionale di un sistema stellare, soprattutto quando è sconvolto dall'entrata di un corpo estraneo).

16^ Probabilmente i mostri intorno a Tiamat indicavano una fascia asteroidale che gli gravitava attorno e che risultava pericolosa per tutti i pianeti vicini.

17^ Tiamat, essendo il pianeta progenitore della Terra, prima della grande collisione, era considerata dagli uomini colei che aveva creato tutto (il nostro mondo).

18^ Probabilmente la fascia di asteroidi-lune attorno a Tiamat era formata da undici corpi separati.

19^ Probabilmente la più grande delle lune di Tiamat era Quingu.

20^ Probabilmente qui si intende il campo gravitazionale di Nibiru-Marduk, che era maggiore di quello di Tiamat (essendo un pianeta dalla massa maggiore).

21^ Vedi la Teoria dell'impatto gigante.

Bibliografia

Collegamenti Esterni

http://www.poiein.it/autori/L/Lucini/enuma_elish.htm

http://www.instoria.it/home/Enumaelish.htm

http://xoomer.virgilio.it/bxpoma/akkadita/enuma1_trans.htm

http://brunelleschi.imss.fi.it/galileopalazzostrozzi/oggetto/TavolettaTestoLetterarioEnumaElish.html

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