Cinema di fantascienza

Da Ufopedia.

Il cinema di fantascienza o fantascientifico è un genere cinematografico che utilizza temi tipici della fantascienza, come una teoria o un'invenzione scientifica oppure uno scenario collocato in un futuro più o meno lontano.

Benché il cinema di fantascienza venga spesso riconosciuto come genere autonomo a partire dagli anni cinquanta, l'elemento del fantastico era ben presente fin dagli esordi della settima arte. Il cinema fantascientifico ha esplorato una grande varietà di soggetti e temi, molti dei quali non potrebbero essere facilmente rappresentati in alcun altro genere. Le opere di fantascienza sono state spesso utilizzate per esplorare delicati temi sociali e politici, senza rinunciare ad offrire, nel contempo, intrattenimento per lo spettatore meno smaliziato. Oggi le produzioni fantascientifiche sono in prima linea per quanto riguarda la tecnologia degli effetti speciali e la platea si è abituata alla rappresentazione di realistiche forme di vita aliene, spettacolari battaglie spaziali, armi ad energia, viaggi più veloci della luce e lontani mondi.

Vi sono molti film di fantascienza memorabili ed un numero ancora maggiore di opere mediocri, o addirittura tra i peggiori esempi di produzione cinematografica. Ci sono volute molte decine di anni, e gli sforzi collettivi di gente di cinema di talento, perché il cinema fantascientifico venisse considerato seriamente come una forma d'arte. Dentro e accanto alla fantascienza vi è una notevole commistione di generi, in particolare con i film horror (come nel caso di Alien del 1979).

Per un elenco più ampio di titoli vedi Elenco di film di fantascienza.

Indice

Storia

I primordi

Viaggio nella Luna (Le voyage dans la Lune) (1902) di Georges Méliès
Frankenstein, 1910

Gli inizi della storia del cinema di fantascienza coincidono o quasi con quelli della settima arte. Il neonato cinema viene scoperto infatti come un mezzo che permette di portare sullo schermo non solo la realtà quotidiana, ma anche come un mezzo straordinario ed innovativo per visualizzare i sogni, le fantasie dell'essere umano, in modo da suscitare stupore e meraviglia nello spettatore.

Anche se i canoni del genere fantascientifico si preciseranno solo a partire dagli anni cinquanta, uno dei primi film di fantascienza è considerato Viaggio nella Luna (Le voyage dans la Lune) [1] del 1902 di Georges Méliès, seguito a breve distanza dal più corposo Viaggio attraverso l'impossibile. Lo stesso Méliès è anche l'inventore dei primi effetti speciali.

Per circa mezzo secolo sarebbero quindi uscite una serie di opere che verranno definite solo posteriori come fantascienza, ma sono più che altro appartenenti al genere avventuroso di ambientazione esotica, venato di fantastico e condito di dettagli pseudoscientifici. Fanno eccezione poche pellicole, a cominciare dal celeberrimo Metropolis (1927), di Fritz Lang, apologo futuribile sulla lotta di classe ambientato in una città del 2026. Sebbene il film (sceneggiato dalla scrittrice Thea von Harbou, moglie del regista) soffra, a livello narrativo di un "melensaggine mistica da romanzetto d'appendice" (Morando Morandini) e risolva un tema complesso come quello della lotta di classe in modo banalmente e spudoratamente conciliatorio ("il film più stupido mai fatto", lo definì lo scrittore Herbert George Wells), girato con grandi mezzi (grazie ai cospicui finanziamenti della UFA, casa di produzione nazionale tedesca), è visivamente e tecnicamente impressionante, per la monumentale e suggestiva rappresentazione delle architetture della metropoli futura, realizzata grazie a scenografie colossali, trucchi ottici ed effetti speciali sbalorditivi per l'epoca, il montaggio ardito, le stupefacenti invenzioni registiche di Lang (uno dei maggiori rappresentanti del cinema espressionista tedesco), il suggestivo contrappunto della colonna musicale di Gottfried Huppertz, l'algido e inquietante design della donna-robot, divenuto un'icona; meriti per i quali, a dispetto delle sue indubbie pecche, il film viene unanimemente annoverato tra i capolavori delle settima arte ed è divenuto, col tempo, uno dei film più amati della storia del cinema da cinefili e cineasti, senza dimenticare la sua enorme influenza sull'iconografia del genere: si pensi alle architetture di opere come Blade Runner (1982), di Ridley Scott o Brazil (1985), di Terry Gilliam; ma anche al di fuori della fantascienza si incontrano pellicole, quali Batman (1989), di Tim Burton, che nell'impianto scenografico hanno debiti evidenti con Metropolis. A rinverdirne la fama contribuì, nel 1984, la curiosa e discussa operazione del compositore Giorgio Moroder, che curò una nuova versione del film, virata in vari registri cromatici e musicata con una colonna sonora rock.

Undersea Kingdom (1936)

Da citare anche La vita futura di William Cameron Menzies del 1936 o ancora il meno noto Paris qui dort (1924) di René Clair (inedito in Italia). Queste pellicole costituiscono dei veri e propri punti fermi nella storia del genere e forniranno ispirazione per le produzioni successive, quali Aelita (primo kolossal sovietico), King Kong, Frankenstein, Il cervello mostro, La maschera di Fu Manchu, L'isola delle anime perdute, per citarne alcuni tra i più noti e suggestivi.

Alcuni dei film più rappresentativi dai primi del Novecento agli anni quaranta (tra parentesi vengono riportati titolo originale, se diverso, e nome del regista):

Gli anni cinquanta

I conquistatori della luna (Radar Men from the Moon, 1952), uno dei molti film del periodo, basati su rudimentali effetti speciali
Plan 9 From Outer Space (1959) di Ed Wood. Pur citato come uno dei peggiori film della storia, è considerato un cult

Con i primi anni cinquanta avviene la codificazione del genere, assieme all'arrivo dei primi capolavori del moderno fantacinema (che allora era definito, almeno in Italia, scientifilm): Ultimatum alla Terra di Robert Wise e La cosa da un altro mondo di Christian Nyby e Howard Hawks, entrambi del 1951. Uomini sulla Luna di Irving Pichel del 1950 è stato spesso considerato il primo vero film di fantascienza.

La fantascienza cinematografica si caratterizza in questi anni soprattutto come un'avventura basata sullo spazio, che si tratti di partire dal nostro pianeta per esplorarne l'infinito (Il pianeta proibito, 1956), oppure che siano i suoi misteriosi abitanti a fare visita alla nostra Terra. Negli anni cinquanta avviene una specie di esplosione della diffusione della fantascienza, che è presente dai romanzi ai fumetti, dai cartoni animati ai giocattoli. È avvertibile il cambiamento portato da un nuovo influsso culturale: da un lato vi è l'entusiasmo per la nascente industria missilistica e aerospaziale, dall'altro sognare il futuro deriva dal desiderio di astrarsi dal reale del presente e soprattutto dimenticare la guerra da poco conclusa. Da non dimenticare poi il primo avvistamento di un UFO, che era appena avvenuto nel 1948.

Alcuni dei film più rappresentativi del decennio:

Gli anni sessanta

Negli anni sessanta la fantascienza, fino ad ora confinata nell'ambito di un cinema popolare, "basso", compie il salto di qualità e viene elevata a dignità d'arte da una serie di opere d'autore dagli esiti più o meno felici. Per primi, gli autori della Nouvelle Vague, a partire dal cortometraggio sperimentale La jetée (1962), di Chris Marker, cineasta d'avanguardia che nel narrare un'angosciosa vicenda di viaggi attraverso il tempo restituisce visivamente il tema del ricordo costruendo il film come un montaggio di soli fotogrammi fissi; il corto sarà tra l'altro fonte di ispirazione degli sceneggiatori David e Janet Peoples per la sceneggiatura de L'esercito delle dodici scimmie (1995), di Terry Gilliam. Più tardi, faranno la loro incursione nel genere i due più celebri rappresentanti del movimento: prima Jean-Luc Godard, con Agente Lemmy Caution, missione Alphaville (1965), raffinato divertissement che mescola una rivisitazione parodistica del cinema spionistico con una metafora anti-capitalistica densa di reminiscenze orwelliane, poi Francois Truffaut, che nel 1966 gira Fahrenheit 451, trasposizione dell'omonimo romanzo di Ray Bradbury.

Nel frattempo nella fantascienza letteraria - che rimane l'ispirazione e l'elemento trainante - era nata la New Wave, una corrente che privilegia gli aspetti sociali e umanistici più che quelli tecnologici e scientifici, destinata ad avere una profonda influenza innovatrice sul genere fantascientifico.

Nel 1968 esce il Il pianeta delle scimmie di Franklin Schaffner, tratto dall'omonimo romanzo di Pierre Boulle, film con cui il genere, finora confinato, nel cinema americano, nel "ghetto" dei B-movie, viene "promosso" dallo studio-system hollywoodiano al rango di produzione ad alto costo (nel cast star del calibro di Charlton Heston); ma al di là della sua natura di prodotto di consumo, il film ha comunque una forza inquietante e degli spunti satirici inusitati nel cinema fantascientifico popolare. Seguito da quattro sequel e da una serie televisiva, il film è divenuto col tempo un cult e uno dei classici del genere.

La vera svolta arriva con l'epocale 2001 Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick (che si era già accostato al genere nel 1964 con l'agghiacciante satira fantapolitica Il dottor Stranamore). Odissea nello spazio diviene il film di fantascienza per eccellenza, capolavoro assoluto della storia del cinema, mito per generazioni di cinefili e cineasti, punto di riferimento della fantascienza successiva non solo per la puntigliosa descrizione di un possibile mondo futuro e per l'altissimo livello tecnico degli effetti speciali, ma soprattutto per l'impressionante potenza visionaria e per la perturbante, ambigua e ficcante riflessione filosofica sulla natura e il destino dell'umanità; un'opera che non dà risposte ma offre solo interrogativi, stimolando nello spettatore infinite riflessioni.

Alcuni dei film più rappresentativi del decennio:

Gli anni settanta

Se un film come Solaris di Andrej Tarkovskij (1972) conquista la critica, nel 1977 Guerre Stellari di George Lucas e Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo di Steven Spielberg conquistano definitivamente un pubblico di massa che la fantascienza, in precedenza, non aveva avuto. In particolare il film di Spielberg di fatto riscrive le regole codificate del genere, che volevano l'alieno nei panni del mostruoso invasore, dandone una visione assai più benevola e "umanizzante".

Alcuni dei film più rappresentativi del decennio:

Gli anni ottanta

Il genere di maggior successo del cinema degli anni ottanta è stata proprio la fantascienza, che può vantare le tre pellicole più viste del decennio, assieme a vari altri clamorosi successi e film cult.

Sdoganata come genere di largo consumo da Guerre Stellari (1977), di George Lucas, negli anni ottanta la fantascienza viene sempre più frequentata dal cinema commerciale hollywoodiano ad alto costo; oltre agli altri due film della trilogia di Guerre Stellari (L'Impero colpisce ancora (1980), di Irvin Kershner e Il ritorno dello Jedi (1983), di Richard Marquand), nel decennio vengono prodotte una lunga serie di pellicole di intrattenimento all'interno delle quali si possono individuare vari filoni: la fantascienza ludica e spensierata di titoli come Explorers (1985) di Joe Dante o la trilogia di Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis; il fanta-horror che, già componente fondamentale delle produzioni a basso costo degli anni cinquanta e rivitalizzato alla fine del decennio precedente da Alien (1979) di Ridley Scott, produce pellicole di culto come La cosa (1982) di John Carpenter o Aliens: Scontro finale (1986) di James Cameron, sequel del film di Scott; di grande rilievo dal punto di vista quantitativo (e in parte anche qualitativo) l'ibridazione, spesso di gusto spiccatamente fumettistico, tra la fantascienza e il cinema d'azione violenta, con film come 1997: fuga da New York (1981), di John Carpenter, Terminator (1984), di James Cameron, Robocop (1987) di Paul Verhoeven, o la saga post-apocalittica di Mad Max, di George Miller, iniziata nel 1979 con Interceptor e proseguita da Interceptor, il guerriero della strada (1981) e Mad Max - Oltre la sfera del tuono (1985).

Tra i titoli epocali del decennio, immancabile E.T. l'Extra-Terrestre (1982), di Steven Spielberg, ideale continuazione della fantascienza messianica e ottimista di Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977).

Fattore che nel decennio acquisisce un peso sempre maggiore sul cinema fantascientifico d'intrattenimento sono gli effetti speciali, che conoscono un grande sviluppo tecnologico: nel 1982 con La cosa di John Carpenter, gli effetti speciali meccanici e prostetici hanno ormai raggiunto un altissimo grado di perfezione e nello stesso anno Tron di Steven Lisberger, primo film sulla realtà virtuale, sperimenta per la prima volta la computer graphics, che alla fine del decennio con The Abyss (1989) di James Cameron mostra già possibilità sbalorditive.

Se gli anni ottanta segnano il trionfo della fantascienza come genere di intrattenimento di massa, nondimeno nel corso del decennio vedono la luce anche opere d'autore di grande rilievo artistico, a cominciare dall'epocale Blade Runner (1982), di Ridley Scott, malinconico e struggente noir ambientato nella cornice altamente suggestiva di una Los Angeles del 2019 raffigurata con grande raffinatezza scenografica e luministica. Divenuta, dopo un iniziale insuccesso, un cult movie imprescindibile, probabilmente uno dei maggiori film di culto della storia del cinema, la pellicola, ispirata al racconto Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick, segna anche il primo ingresso nel cinema delle tematiche cyberpunk, già presenti in letteratura. Nel 1991 Ridley Scott ne proporrà un controverso director's cut privo della narrazione fuori campo e con un finale più pessimistico rispetto a quello, piuttosto consolatorio, imposto originariamente dalla produzione, dividendo le opinioni dei fan. Tematiche spiccatamente cyberpunk si ripresentano nel memorabile Videodrome (1983), di David Cronenberg, opera potente e allucinatoria, definita da Andy Warhol "l'Arancia Meccanica degli anni ottanta", che esplora l'ampliamento dei limiti della percezione portato dalle nuove tecnologie. Degno di essere annoverato tra le vette del genere, e tra i capolavori della storia del cinema tout court, è Brazil (1985) di Terry Gilliam, grottesco e surreale apologo sull'opprimenza del "sistema" che annulla ogni iniziativa personale e priva l'individuo dei suoi sogni imponendogli i propri finti valori, opera straordinaria per la lucida e spietata analisi delle aberrazioni della modernità, l'altissima suggestione figurativa e la destabilizzante mescolanza di tragico e comico. Il film, da molti etichettato, in modo un po' banalizzante, come una rilettura in chiave grottesca del romanzo 1984 di George Orwell, pur rivelandosi inizialmente un insuccesso commerciale, diverrà col tempo un cult di nicchia per i cinefili di mezzo mondo e verrà annoverato tra le vette del cinema postmoderno.Template:Citazione necessaria

Ma d'altra parte, anche un film apparentemente solo di genere come 1997: fuga da New York (1981) di John Carpenter, mostra, sotto la scorza avventurosa, veleni politici visceralmente nichilisti e un discorso disincantato e pessimistico sulla fine del sogno americano, così come pure La Cosa (1982), dello stesso regista, ricorre ai meccanismi del thriller-horror per mettere in scena un'amara metafora del cinismo e dell'animalesco individualismo umano.

Alcuni dei film più rappresentativi del decennio:

Gli anni novanta

Gli anni novanta, come già la fine del decennio precedente, segnano il trionfo degli effetti speciali, avendone ormai le tecnologie digitali abbattuto i costi di produzione. Tra i maggiori incassi del decennio: Stargate (1994) e Independence Day (1996), entrambi di Roland Emmerich, Armageddon (1996) di Michael Bay, Il quinto elemento (1997) di Luc Besson, Atto di forza (1990) di Paul Verhoeven, Terminator 2: Il giorno del giudizio (1991) di James Cameron. Trionfa un cinema che punta in ogni caso su ritmi veloci, azione e spettacolarità, tralasciando spesso contenuti o riflessioni che vadano oltre il puro intrattenimento e rifuggendo da ogni ambizione autoriale, con poche eccezioni (Il pasto nudo di David Cronenberg, trasposizione dell'omonimo romanzo di William S. Borroughs, e Fino alla fine del mondo di Wim Wenders, entrambi del 1991).

Ciononostante, specialmente nella seconda metà del decennio, escono anche opere in grado di catturare l'attenzione della critica, come Strange Days (1995) di Kathryn Bigelow, noir postmoderno che viviseziona le angosce di fine millennio innestandovi una tematica voyeuristica messa in scena con virulenza visiva, L'esercito delle 12 scimmie (1995), di Terry Gilliam, allucinata e visionaria narrazione "filosofica" sulle pulsioni autodistruttive dell'umanità ispirata al cortometraggio d'avanguardia La jetée (1962), del critico e cineasta nouvellevaguista Chris Marker, The Truman Show (1998), di Peter Weir, parabola surreale sullo strapotere della TV e la spettacolarizzazione della realtà da parte dei media e eXistenZ (1999) di David Cronenberg, straniante e disturbante apologo sulla realtà virtuale. Ma anche Alien: la clonazione (1997), di Jean-Pierre Jeunet, quarto capitolo della saga iniziata da Ridley Scott nel 1979, affronta il tema della clonazione. La farsa satirica Mars Attacks! (1996) di Tim Burton è una rivisitazione al contempo divertita e critica della fantascienza naïf anni cinquanta, messa in scena con umorismo caustico e surreale e soluzioni visive cartoonesche. Da citare infine Gattaca - La porta dell'universo (1997) di Andrew Niccol, distopia densa di suggestioni huxleyane (Il mondo nuovo), e il cupo e visionario Dark City (1998) di Alex Proyas.

Il decennio si chiude con l'enorme successo di Matrix (1999), dei fratelli Wachowski, eclettica mescolanza di materiali attinti alle più disparate fonti cinematografiche, letterarie e filosofiche (il cinema di arti marziali di Hong Kong, la narrativa di Philip K. Dick, tematiche cyberpunk, spiritualismo New Age, riferimenti biblici, fumetti), che riesce a combinare un'alta spettacolarità con riflessioni esistenziali. Divenuta in breve tempo un cult-movie, la pellicola avrà una grande influenza anche al di fuori del genere fantascientifico, e avrà due seguiti, Matrix Reloaded e Matrix Revolutions (girati in contemporanea ed usciti entrambi nel 2003), il cui successo al botteghino non è però accompagnato da quello della critica.

Alcuni dei film più rappresentativi del decennio:

Gli anni duemila

Essendo la fantascienza un genere di anticipazione, non dovrebbe stupire che il nuovo millennio, almeno per il cinema di SF, fosse già iniziato nel 1999, con due fenomeni di tendenza: il successo di Matrix e il supereroismo cinematografico. A questi si aggiunge poi il cinema di ispirazione dickiana. Si configurano come operazioni di marketing che riutilizzano temi, personaggi e trame dal passato (dal fumetto il primo e il secondo, dalla narrativa il terzo).

Alcuni dei film più rappresentativi del decennio:

Supereroi al cinema

Il massiccio ingresso dei supereroi nel mondo della celluloide (o meglio il loro ritorno, dopo gli exploit di Superman nel 1978 e Batman nel 1989) è sicuramente favorito dalla piena maturità degli effetti speciali digitali, che ora non solo costano meno e sono incredibilmente realistici, ma promettono addirittura di sostituire (magari a minor prezzo) attori in carne ed ossa.

Stavolta è il turno degli eroi della Marvel Comics: l'inizio del filone si può collocare già del 2000 con X-Men di Bryan Singer, che ottenne un considerevole successo ed è considerato da alcuni, assieme al suo seguito X-Men 2, tra i meglio riusciti di questo filone. Hanno fatto seguito Spider-Man e Daredevil. I tempi sono lontani da Superman (1978) e dai suoi seguiti degli anni ottanta: qui i personaggi sono spesso dei reietti e degli emarginati, alle prese con una società che non solo non li inneggia come eroi, ma che teme la minaccia rappresentata dalla loro diversità.

Il fenomeno dei supereroi al cinema, forse già troppo inflazionato, viene messo in crisi con l'insuccesso di Hulk del 2003 ma non tende a sgonfiarsi. Da altre serie di fumetti, stavolta meno famose e non strettamente supereroiche, sono tratti sia La leggenda degli uomini straordinari che Van Helsing, tentativi solo parzialmente riusciti ma di buona presa sul pubblico.

Negli anni successivi continuano a fare grande successo i sequel dei film sui supereroi dei fumetti, tra cui Spider-Man 2, Spider-Man 3, X-Men: Conflitto finale, oppure nuovi esperimenti come The Punisher, Ghost Rider, I Fantastici Quattro e il suo sequel I Fantastici Quattro e Silver Surfer. Nel 2008 sono stati prodotti Iron Man e L'incredibile Hulk; nel 2009 altri film che vedono come protagonista uno o più supereoi, sequel o meno di film precedentemente nei cinema, tra cui X-Men le origini: Wolverine, Punisher - Zona di guerra e Watchmen.

L'influsso di Philip Dick

Un'altra novità del cinema post-millenario sono le versioni cinematografiche di numerose opere del romanziere fantascientifico Philip K. Dick, che a partire dagli anni novanta era stato progressivamente riscoperto dal grande pubblico e dalla critica come uno dei più importati scrittori americani del XX secolo. Dick era a suo tempo divenuto noto al più vasto pubblico proprio grazie al capolavoro filmico Blade Runner (1982). Meno noto il film Screamers - Urla dallo spazio del 1996. Trasposizioni come il film Minority Report (2002) di Steven Spielberg e il meno riuscito Paycheck (2003), malgrado gli ottimi spunti, privilegiano soprattutto l'azione e gli effetti speciali e non sembrano conservare granché dell'originale carica visionaria, critica, eversiva e un po' profetica di Dick.

Un tentativo più ambizioso è costituito da A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare, adattamento del libro Un oscuro scrutare (A scanner darkly), per la regia di Richard Linklater, interpretato da star quali Keanu Reeves, Winona Ryder e Robert Downey Jr..

Alcuni ritrovano anche in numerosi altri film idee e spunti tratti dalle opere di Dick, tra questi Matrix, The Truman Show, Apri gli occhi/Vanilla Sky e Dark City.

La fantascienza made in Italy

Dovendo stabilire una data precisa per la nascita della fantascienza italiana, molti indicano il 1958, anno in cui esce La morte viene dallo spazio, un dignitoso film girato da Paolo Heusch che racconta la minaccia al pianeta Terra di una pioggia di asteroidi. È la prima pellicola italiana di genere non farsesca. Siamo nella seconda metà degli anni cinquanta, considerato il periodo aureo della Science Fiction, e Heusch si inserisce in un filone di chiara origine statunitense; fotografia ed effetti speciali sono di Mario Bava. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che nel 1939 c'era già stato Mille chilometri al minuto, una farsesca escursione nel fantastico di Mario Mattoli (uno dei primi voli verso il pianeta Marte, anche se s'interrompe quasi sul nascere). Un altro dei primi film italiani definiti "di fantascienza" è Baracca e burattini del 1954 per la regia di Sergio Corbucci.

Di un certa rilevanza la tetralogia della stazione spaziale Gamma 1 diretta da Antonio Margheriti del 1965.

Alcuni film significativi sull'argomento di produzione italiana (per un elenco più completo vedi Elenco di film di fantascienza italiana):

Gli effetti speciali e la fantascienza

Gli effetti speciali sono una delle caratteristiche peculiari del cinema, di fantascienza ma non solo, fin dai tempi degli esperimenti compiuti da Georges Méliès, inventore dei primi rudimentali effetti visivi, spesso ottenuti con semplici tecniche di montaggio o con la sovrapposizione di due o più pellicole. Questi rudimentali effetti furono una delle principali attrattive dei primi cinematografi.

Gli effetti speciali andarono via via perfezionandosi con l'introduzione di nuove tecniche di ripresa, come ad esempio lo stop motion (o "passo uno"), che diede vita al King Kong del 1933 e ai famosi scheletri guerrieri di Ray Harryhausen. Altre tecniche vedevano l'uso di "miniature", ossia riproduzioni in scala ridotta di un ambiente o di un oggetto di grandi dimensioni, come le dettagliatissime miniature usate nel 1966 per 2001 Odissea nello spazio.

Negli anni settanta si iniziò ad utilizzare i cosiddetti "animatroni": complessi sistemi meccanici ed elettronici comandati a distanza ed in grado di compiere dei semplici movimenti. Furono utilizzati per gli effetti speciali di King Kong (1976), Alien (1979) , E.T. (1982) e divennero sempre più sofisticati integrando la tecnologia robotica, fino ad essere utilizzati in film come RoboCop e Terminator.

Alla fine degli anni ottanta l'avvento della computer grafica rivoluzionò il mondo degli effetti speciali: nel 1993 il film Jurassic Park di Steven Spielberg mostrò per la prima volta dinosauri assolutamente realistici che interagivano con attori in carne ed ossa. Un anno prima, nella pellicola Terminator 2, un procedimento detto "morphing" consentiva ad un oggetto animato di "sciogliersi" e di assumere le sembianze di un altro oggetto. Grazie al computer e ad altre tecniche avanzate, come il blue screen, si dimezzano i costi di produzione, liberando di conseguenza la fantasia di sceneggiatori e registi. Si possono infatti realizzare enormi scenografie virtuali, epiche battaglie con migliaia di comparse digitali animate da appositi software, mostri di tutte le dimensioni sempre più realistici, duelli acrobatici sempre più spettacolari (come nel film Matrix, che introdusse il "bullet time"). Gli effetti digitali hanno decretato la fine dei kolossal con migliaia di comparse, anche se le grosse produzioni dispongono di schiere di coreografi, controfigure, truccatori, disegnatori, animatori ecc. Non è un caso se alla realizzazione della trilogia de Il signore degli anelli abbiano lavorato circa mille persone. Uno dei primi film girato interamente in blue screen, aggiungendo cioè tutte le scenografie in fase di post produzione, è stato il nostalgico Sky Captain and the World of Tomorrow, le cui prime scene erano state realizzate dal regista con l'unico ausilio del suo personal computer.

Cinema di fantascienza e ufologia

In Ufologia molte voci dicono che il governo degli Stati Uniti commissionerebbe alla Walt Disney e ad altre major cinematografiche dei film e delle serie di fantascenza, indicando i temi da trattare, nell'ambito di una strategia di disvelamento progressivo dell'esistenza degli alieni. Questo soprattutto da quando si sono visti i risultati (panico di massa) alla trasmissione sugli alieni di Orson Wells. Un esempio è la serie Stargate SG-1 ideata per divulgare ciò che avviene da un decennio nei sotterranei delle basi militari americane (contatti con alieni) senza ammetterlo ufficialmente.

Temi ed elementi tipici del cinema di fantascienza

Note

1^ In altri cortometraggi anteriori Méliès aveva già affontato il tema della scienza fantastica, ispirandosi alla letteratura coeva, come ne La luna a un metro, del 1898.

2^ Sci-Fi italiana anni venti: L'uomo meccanico (André Deed, 1921), data 02-04-2008, accesso 05-09-2008

Bibliografia

Bibliografia critica sul cinema di fantascienza (in ordine alfabetico per autore), integrata con alcuni testi consultabili online. Per un elenco più ampio si veda la voce più generale Fantascienza.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Strumenti personali
Namespace
Varianti
Azioni
Menu principale
Strumenti